Hillary Clinton candidata alla Presidenza USA: che la rivoluzione abbia inizio

Hillary Clinton annuncia la nomination come candidata alle presidenziali per i democratici

Per tutte le bambine che sognano in grande: sì, puoi essere quello che vuoi, anche Presidente. Questa notte è per te“. Basterebbe questo post su Facebook a spiegare il cambiamento epocale della nomina di Hillary Clinton come candidata democratica alla Casa Bianca. Per la prima volta nella storia degli Stati Uniti una donna correrà per diventare Presidente e sedere sulla poltrona dell’autorità politica più potente al mondo. Lo scontro con Donald Trump, già da qualche tempo il candidato ufficiale dei repubblicani, sarà duro e, siamo pronti a scommettere, ricco di colpi bassi, ma la Clinton ha dimostrato di essere più che capace di attutire ogni botta e di saper rispondere a tono. Colta, competente, preparata da una vita a quel traguardo così ambito, l’ex Segretario di Stato ha tutte le carte in regola per diventare la prima Presidente degli States e non perché è la moglie di qualcuno (leggi Bill Clinton). La nomina è storica per gli USA ma lo è un po’ per tutte le donne di oggi e soprattutto di domani. Sento già le obiezioni nell’aria: possibile che sia una cosa così rivoluzionaria? Sì, lo è.

LA BIOGRAFIA DI HILLARY CLINTON

Certo Hillary Clinton è stata fortunata: famiglia agiata e bianca in una nazione tuttora percossa da moti razziali, ha studiato nelle scuole migliori e ha avuto l’occasione di farsi strada. Se è riuscita a “rompere il soffitto di cristallo più alto e duro degli Stati Uniti” (sue parole), è anche perché è la classica prima della classe che ha saputo sfruttare le sue capacità e la sua intelligenza al servizio degli altri pensando anche a se stessa e alla sua carriera. Si è dedicata alle donne e ai bambini da avvocato e ha scelto di portare avanti le sue battaglie politiche in ogni momento della vita pubblica, compresi i peggiori.

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Molti detrattori la accusano di aver perdonato il tradimento del marito e di essere rimasta al suo fianco pur di fare carriera. Come se fosse una colpa: perché una donna brava, preparata e competente deve mettere a rischio il lavoro di una vita per una scappatella (tra l’altro non sua)? In realtà, il silenzio dignitoso che ha avuto nei confronti dello scandalo Lewinsky è la reazione migliore che potesse avere. In questo modo ha preservato la sua dignità, la sua carriera e quella del marito, mettendo davanti alla vita privata l’interesse del paese.

Solo lei potrà sapere quanto ha sofferto da donna e da moglie per quel tradimento e solo lei sa come ha trovato la forza di stare accanto al marito in un momento così terribile. Quell’episodio avrebbe potuto abbatterla. Invece, come solo le donne sanno fare, dal dolore è rinata più forte di prima.

TRUMP vs CLINTON: I PROGRAMMI A CONFRONTO

In molti diranno che è dove è adesso perché è la moglie di Bill Clinton. Errore: Bill Clinton è stato al vertice perché è il marito di Hillary Rodham (il suo nome da nubile). È stata lei a portare avanti le battaglie più importanti della presidenza Clinton. Bill lo disse chiaramente: se votate per me vi prendete due presidenti, tanto che la coppia era chiamata Billary. La riforma della sanità, affossata dal Congresso, fu chiamata non a caso “Hillarycare“. Tutti dicono che è stata la First Lady più influente dopo Eleanor Roosevelt: in realtà è stata la prima “ghost president“.

Ecco perché è così importante che sia arrivata alle Presidenziali USA. La sua nomina è la “prova provata” che la parità dei generi può essere raggiunta. Per la prima volta sarebbe una donna a essere la persona più potente del mondo, spazzando millenni di cultura maschilista per cui certi lavori li possono fare solo gli uomini, che le donne valgono meno e che il potere è prerogativa maschile.


Come sarebbe il mondo con Trump presidente?

Pensate al caso dello stupro al college americano che tanto sta facendo scalpore, con il padre che difende il figlio stupratore perché “sei mesi di galera sono troppi per una sciocchezza di 20 minuti“. Ecco il mondo in cui le donne vivono e lavorano, quello in cui anche il paese che si definisce il baluardo della democrazia vede la violenza sessuale come una ragazzata e non con uno crimine dei peggiori.

Il mondo hanno bisogno di mille Hillary Clinton, di donne che ironizzano sulle capigliature quando la stampa la massacra perché “non è alla moda”, che non teme le rughe e e sorride ai fotografi, perché sa di essere di più di un bel visino e di un fisico perfetto. Alla donne servono le zampe di gallina della Clinton e non la perfezione da trofeo di Melania Trump per avere la piena consapevolezza di sé e di quanto è possibile fare. Ne hanno bisogno soprattutto gli uomini: con lei alla Casa Bianca sarà più difficile pensare che una donna è buona solo a fare la mamma e la casalinga.

Otto anni fa, gli Stati Uniti preferirono eleggere il primo afroamericano piuttosto che una donna. L’elezione di Barack Obama ha fatto la storia perché ha cancellato l’idea che un nero valga meno di un bianco e ha dato alla comunità afroamericana la certezza di poter migliorare la propria vita e superare secoli di razzismo. Oggi tocca a Hillary, perché un giorno sia normale per qualsiasi donna fare quello che vuole, anche il Presidente degli Stati Uniti.

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