Guerra fra Ucraina e Russia, oggi vertice su Finlandia e Svezia nella Nato

La Nato terrà oggi un vertice per discutere dell’adesione di Finlandia e Svezia all’Alleanza atlantica.

Incontro fra i vertici Nato
Incontro fra i vertici Nato – Nanopress.it

Nel frattempo diversi Paesi alleati si mobilitano per sostenere Kiev, ad esempio la Polonia è diventata il primo Paese Nato a fornire jet militari.

Finlandia e Svezia nella Nato

Da tempo si parla della volontà della Finlandia e della Svezia di entrare a far parte della Nato, oggi si terrà un incontro fra i vertici molto importante per discutere di questo tema.

Probabilmente la Finlandia entrerà prima della Svezia, ad ogni modo entrambe hanno compiuto passi concreti per rispondere alle preoccupazioni della Turchia in merito alla richieste di adesione all’Alleanza atlantica e i tre Paesi si confronteranno nuovamente nei prossimi giorni.

La domanda è stata presentata l’anno scorso ma la Turchia aveva obiettato perché in questi Paesi ci sono membri del Partito dei Lavoratori del Kurdistan, considerato un gruppo terroristico proprio da Ankara ma anche da molti alleati occidentali.

Sono stati fatti dei passi avanti ma ancora insufficienti per le preoccupazioni di Ankara legate alla sicurezza e per questo chiede che Svezia e Finlandia estradino i terroristi. La faccenda è molto delicata e passi avanti potrebbero esserci dopo il vertice Nato previsto per oggi.

I mercenari Wagner

Sul tavolo anche argomenti importanti come l’andamento della guerra in Ucraina e il coinvolgimento dei mercenari Wagner, che dal canto loro stanno accusando Mosca di complotto.

Questa cospirazione sarebbe guidata proprio da Putin, che insieme al Segretario del Consiglio di Sicurezza Nikolai Patrushev sta cercando di neutralizzare l’organizzazione paramilitare nonostante il capo Prigozhin sia molto vicino al presidente russo.

Indiscrezioni in questo senso sono trapelate dai media russi che affermano che i tre uomini si sono incontrati per parlare della perdita di adepti dell’organizzazione militare, ingente in pochi giorni e addirittura il fondatore ha espresso le sue preoccupazioni affermando che di questo paso fra poco del Wagner non resterà più nulla.

Non ci sono conferme in merito ma oltre ai micro conflitti interni della Russia, c’è chi cerca di trovare un punto di incontro con entrambi i Paesi in guerra, ovvero il presidente cinese Xi Jinping che visiterà la Russia dal 20 al 22 marzo per discutere di cooperazione strategica, ci sarà poi probabilmente un incontro con Zelensky proprio dopo la visita a Mosca, tuttavia non è arrivata nessuna conferma.

Kiev a corto di armi

In un quadro abbastanza movimentato in cui i Wagner avanzano fra mille polemiche, il Washington Post ha rivelato che le forze armate ucraine sono a corto di armi e di soldati.

Secondo l’inchiesta condotta dagli americani, ci sono state significative perdite di uomini dall’inizio del conflitto l’anno scorso e i funzionari dell’Occidente dubitano che resistere a Bakhmut sia una buona strategia.

Il problema delle armi si fa consistente nonostante gli aiuti ricevuti in questo periodo, fra cui i sistemi di difesa Patriot e ancora più di recente, gli aerei da guerra arrivati dalla Polonia, che come dicevamo è la prima potenza Nato a fornirli.

Nuovi attacchi

Mentre Zelensky ha accusato pubblicamente nel suo consueto video sui social i paramilitari russi autori di diverse stragi in Ucraina, ovvero il gruppo Wagner utilizzato dal Cremlino molto spesso per altre situazioni analoghe a questa, continuano gli attacchi al Paese e aumentano le perdite umane e l’altra faccia della medaglia, l’inquinamento ambientale.

Questo aspetto sembra meno importante ma i dati parlano chiaro e sappiamo che quando sarà avviata la ricostruzione si dovrà pensare anche al patrimonio forestale, infatti tantissime riserve naturali sono andare distrutte, il suolo è pesantemente inquinato e anche l’aria.

Secondo i dati dell’Ong ucraina Ecoaction e di Greenpeace, le esplosioni di razzi e artiglieria causano cocktail chimici molto tossici di monossido e biossido di carbonio, ossido nitrico e di azoto, formaldeide, cianuro, idrogeno e azoto.

Tutto ciò danneggia il terreno e l’acqua e c’è preoccupazione per le conseguenze a lungo termine e anche per la minaccia nucleare, per quest’ultimo tema in particolare, gli Usa chiedono che la Russia rispetti il New Start per la riduzione delle armi nucleari. Questo trattato è stato stipulato proprio fra i due Paesi a Praga nel 2010 e sigla l’impegno di ridurre del 30% il limite di testate nucleari fissato dai precedenti accordi.

Nonostante l’accordo fosse in vigore fino al 2026, la Russia ha sospeso la sua partecipazione proprio per l’inizio della guerra, nell’ambito della quale si parla di vero e proprio inquinamento di guerra, ovvero un livello di contaminazione esorbitante.

L’attacco più imponente delle ultime ore è quello in cui 5 missili russi hanno colpito il territorio ucraino attraverso 18 raid aerei, inoltre ci sono stati 100 attacchi con sistemi di razzi a lancio multiplo.

Ancora, gravissimo anche l’attacco al Teatro di Mariupol.

L'attacco al Teatro di Mariupol
L’attacco al Teatro di Mariupol – Nanopress.it

A riferirlo è lo Stato Maggiore dell’esercito di Kiev nel suo aggiornamento quotidiano sulla situazione al fronte, nel frattempo al Pentagono si discute sui costi dei droni posizionati sul Mar Nero, in rapporto ai benefici.

Gli Stati Uniti infatti sono presenti nell’area ma la Russia ha abbattuto un loro velivolo senza pilota. Gli Usa ne hanno inviato un altro ma ora vengono esaminate attentamente le rotte per evitare altre collisioni con l’esercito russo.

Limitare le rotte però potrebbe avere un impatto negativo sulla raccolta di informazioni relative al conflitto, tuttavia gli Usa pensano di compensare questo con l’uso di satelliti spia, a riferirlo sono stati alcuni funzionari militari.

Russia momentaneamente indebolita

Il ministero della Difesa ucraino ha fatto sapere che c’è grande bisogno delle armi occidentali perché come dicevamo in precedenza, il Paese è a corto mentre dall’altro lato sappiamo che Mosca ha temporaneamente esaurito il potenziale offensivo.

Ad affermare ciò è il ministro della Difesa britannico, che ha osservato come dagli ultimi dati raccolti, l’offensiva russa è rallentata a partire da gennaio e probabilmente i leader cercheranno di rigenerare l’esercito e potenziarlo con nuove munizioni.

Nel frattempo si resta piò o meno fermi per opporre una difesa credibile e il ministero della Difesa dell’Ucraina continua a chiedere F-16, dichiarando che più armi arrivano in aiuto e più ucraini rimarranno vivi.

Questi aerei da combattimento sono stati prodotti a partire dagli anni Settanta e sono caccia multiruolo importanti perché concepiti per abbattere quelli dei nemici e svolgere diverse missioni, anche l’attacco contro gli obiettivi a terra.

La fine della guerra

Aldilà degli aiuti militari all’Ucraina, delle sanzioni alla Russia, dei nuovi ingressi in Nato e delle varie diatribe sui mercenari Wagner, quello che tutti auspichiamo è la fine del conflitto.

In primis il Papa con i suoi vari appelli ma anche l’Italia con Mattarella che chiede una risposta unitaria da parte dell’Unione Europea e della Nato, per raggiungere accordi di pace duraturi, che sembrano ancora lontani perché finora si è parlato solo di resa strategica della Russia quando invece è chiaro che Putin non accetterà mai questa condizione.

Intanto in una mostra fotografica intitolata “Teatro di Mariupol”, vengono mostrate le immagini sulla distruzione provocata dagli aerei russi e l’assedio della città portuale ucraina, speriamo che eventi come questi possano sensibilizzare tutti sugli orrori della guerra.

Il teatro è stato bombardato ieri perché fungeva da rifugio per centinaia di civili, sono proprio loro le principali vittime della guerra, in particolare nella struttura ce n’erano 1.200 ma la Russia nega le accuse.

Nel luogo ancora si lavora per portare via i sopravvissuti ma è solo una delle tante situazioni drammatiche che delineano un quadro terribile in cui migliaia di persone stanno vivendo in condizioni disumane e l’aiuto della Croce Rossa non è sufficiente.

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