Giovanni Caccamo al Festival di Sanremo 2015 con ‘Ritornerò da te’: l’intervista

Giovanni Caccamo è in gara al Festival di Sanremo 2015 tra le Nuove Proposte con la canzone ‘Ritornerò da te’, di cui è anche autore. In forze alla Sugar, la casa discografica di Caterina Caselli, nel suo lungo percorso artistico c’è lo zampino di un grande cantautore della musica italiana: Franco Battiato. Dopo l’esperienza con la TV dei ragazzi e la partecipazione a X Factor, Giovanni ha capito che il piccolo schermo non era la sua strada, ha imparato l’importanza di sapere aspettare e oggi si sente di dire grazie a Mara Maionchi. Perché? La risposta nell’intervista.

Sei giovanissimo, ma hai già alle spalle una lunga gavetta. Sanremo è l’opportunità che aspettavi?

Sicuramente è un’occasione per qualsiasi artista, cantante, cantautore; è un’opportunità splendida per farsi conoscere, è un palco veramente magico. Ho appena fatto le prove e il palco porta con sé tutta la sua storia, te la trasmette proprio, ha una sua magia. In passato avevo provato più volte a partecipare, però quest’anno credo di avere lo staff giusto, l’album gisusto, i brani giusti, gli astri sono allineati positivamente.

Parlavi di palco magico: confermi la tremarella da teatro Ariston?

Assolutamente sì! Chi dice che non è così, mente.

Come ti preparerai a combattere l’ansia?

Secondo me l’unico trucco è essere un po’ incoscienti, non pensarci troppo e buttarsi. In fondo le cose pesanti o gravi della vita sono altre, direi che siamo comunque fortunati.

Come definiresti ‘Ritornerò da te’ con una sola parola.

Prendersi tempo, sono due, ma la definisco così. Il titolo è un po’ fuorviante perché sarebbe un po’ ritornerò da me, in realtà: il pezzo dice che siamo un po’ immersi in un turbinio di alienazione che non ci permette di avere dei rapporti sani con la gente che ci circonda perché abbiamo perso di vista noi stessi. La consapevolezza di sé è l’unico strumento che può portarci a vivere meglio.

Per raggiungre questa consapevolezza, hai affrontato delle esperienze difficili?

Sì, ho perso mio papà quando avevo undici anni e da lì ho iniziato a riflettere in generale sia sulla sofferenza sia su altri aspetti che magari non sempre a quell’età ti è facile comprendere; da lì ho iniziato un percorso di consapevolezza, che continua tuttora. E’ un work in progress.

Per scrivere ti sei ispirato, dunque, anche a tue esperienze personali: è un brano autobiografico?

E’ un pezzo che trasmette gioia, ha un’accezione riflessiva, ma fino a un certo punto, non è una roba pesante o negativa.

Arrivi a Sanremo con Caterina Caselli, hai lavorto con Franco Battiato. Sembrano due premesse per una carriera abbastanza solida.

Sono veramente lusingato da queste presenze, che sono arrivate con il tempo, con tanti anni di fatica, di crescita mia di scrittura, di tentativi: sono sicuramente le persone che auspicavo di incontrare. Sono parte del mio sogno come era da quando ero piccolo, monitoro Sugar da quando avevo sedici anni, era l’etichetta dove volevo finire, quindi sono contentissimo. Battiato, poi, è uno degli artisti per cui nutro più stima. Sono una mamma e un papà musicali speciali per me.

L’aggettivo che mi viene in mente parlandoti è tenace.

Alla fine ci ho messo quattro anni, ma anche tanta energia investita, tanti no, tanta indifferenza, però, se davvero ci credi, bisogna continuare e poi alla fine il trucco è farlo per se stessi, non per il raggiungimento di un obiettivo, di una visibilità: quelle sono cose che arrivano quando in realtà paradossalmente quasi non è più la priorità.

Con Battiato com’è andata? E’ vero che l’hai seguito in spiaggia?

Sì, l’ho fermato in spiaggia, mi sono appostato dietro a un cespuglio nell’agosto di due anni fa, appena è uscito fuori gli ho lasciato il mio cd e il pomeriggio mi ha chiamato cinque volte mentre ero al mare; ha lasciato un messaggio in segreteria in cui manifestava la sua voglia di accompagnarmi in questo percorso artistico. E’ stata ed è una presenza molto silenziosa, questa è la cosa che più apprezzo di lu. Ci sarà anche un duetto nell’album che uscirà il 12 febbraio.

Cosa ti aspetti dal Festival?

Ho una doppia consacrazione e sono doppiamente emozionato perché c’è anche un pezzo che ho scritto e che canterà Malika, quindi doppia emozione. Ho già ricevuto tanto, mi aspetto di riuscire a divertirtmi e godermi questa esperienza al di là di ogni gara e di ogni competizione, che è giusto che ci sia a livello televisivo, però musicalmente ciò che conta arriverà dopo.

Hai citato Malika. Speri che ottenga il podio?

Ho visto le prove, ho sentito la cover, ovviamente sono di parte, però…daje!

Con chi vorresti duettare o per chi vorresti scrivere?

Mi piace molto Stromae, ma vorrei collaborare con Selah Sue, altrimenti anche Imogean Heap. Tra gli italiani, invece, Elisa, Andrea Bocelli, Nina Zilli, Giorgia. Artisti da stalkerare ce ne sono ancora tanti!

Hai partecipato anche a X Factor: sei lontano da quegli anni?

Molto. Sono contento di aver fatto tutte le cose che ho fatto, compresa la TV per ragazzi che ti dà tanto, a me ha dato la consapevolezza del fatto che la strada che volevo fare fosse quella del cantautore ed era una strada diversa. A Mara Maionchi dico grazie perché in quel momento non ero effettivamente pronto.

Ti fa onore riconoscerlo.

E’ inutile, tutti i no arrivano perché c’è un senso in quello che accade, basta saperlo riconoscere, aspettare; magari inizialmente non è semplice dare un nome alle cose, però pazientando ci si riesce.

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