Giovani troppo esigenti per lavorare all’Expo: è subito dibattito

La notizia di ieri riguardo ai numerosi candidati sotto i 29 anni che hanno rifiutato l’offerta di lavoro proposta da Expo ha sollevato non poche polemiche. Ci siamo chiesti se questi ragazzi non fossero troppo esigenti o se avessero altre motivazioni alle spalle per rifiutare un’offerta lavorativa che prevedeva un contratto di apprendistato da 1300-1500 euro al mese, compresi festivi e notturni, nonostante il monte ore. Sono proprio i candidati a fornirci una risposta: fra le testimonianze emerge la voglia di fare, gli orari non spaventano ma forse il gioco non vale la candela e molti si sono trovati davanti ad alcune difficoltà dovute a un processo di selezione interinale lungo, macchinoso, a volte poco chiaro.

Non possiamo essere certi della veridicità di queste affermazioni, ma riteniamo sia giusto riportare anche la voce di chi si è fatto additare come “bamboccione” o “choosy”, quando invece non ha potuto fare altro che rifiutare l’offerta e continuare a guardarsi intorno, in un panorama lavorativo che spesso si dipinge di toni grotteschi e luoghi comuni.

L’accusa

La maggior parte dei ragazzi e ragazze che si sono trovati coinvolti nei colloqui di selezione per lavorare in Expo lamenta scarsità di organizzazione e comunicazione della società che se ne è occupata, Manpower. I futuri hostess e steward residenti in altre città italiane, seppur desiderosi di accettare la proposta, si sono sentiti messi in un angolo vista la quantità di ore lavorative proposte rispetto allo stipendio, che a conti fatti sarebbe finito tutto in spese di trasporto, pasti e alloggio (a loro stessi l’onere di informarsi per trovarne uno in zona).

I compensi, inoltre, pare che non siano proprio quelli pattuiti: c’è chi millanta retribuzioni da 7 euro l’ora e stipendio lordo da 1200 euro per una hostess full-time, offrendo invece turni da quattro o sei ore in contratto part-time per cinque giorni alla settimana su turni dal lunedì alla domenica, con due giorni di riposo non consecutivi. Oppure ancora proposte lavorative dalle 28 alle 36 ore con uno stipendio massimo di €1100 lorde per un lavoro da quarto livello Cnai, che poi si è rivelato un sesto livello retribuito 900 euro al mese per lo stesso monte ore.

Alcuni candidati, sempre di giovani si parla, hanno accettato la proposta qui sopra e inizieranno a lavorare dal primo maggio per Expo. Inutile sottolineare che si tratti di residenti in Milano, perché se questi dovessero sostenere delle spese di affitto risulterebbe infruttuoso accettare un lavoro a queste condizioni economiche. Fra gli “indignati” ci sono anche tanti laureati, ragazzi e ragazze che si sentono letteralmente presi in giro da un sistema che pare intenzionato principalmente allo sfruttamento della buona volontà.

La difesa

Manpower controbatte e precisa che il dato riportato dai quotidiani, il fantomatico 80% di candidati che si sono tirati indietro, è stato male interpretato e anzi si riferiva a chi non aveva proseguito con l’iter di selezione per un preciso impiego (ovvero coloro che avrebbero effettivamente percepito i 1300-1500 euro di stipendio). Insomma, si è trattato di un malinteso nato da una generalizzazione.

Il dibattito rimane tuttora aperto, noi riteniamo utili ulteriori chiarimenti quantomeno per definire la questione relativa ai compensi spettanti a ciascuna figura professionale prevista per la manifestazione mondiale.

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