Genova, bambina smette di parlare dopo il crollo del ponte Morandi: ‘E’ colpa del trauma’

Genova, bambina smette di parlare dopo il crollo del ponte Morandi 'E' colpa del trauma'

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Il crollo del ponte Morandi a Genova non solo ha provocato 43 morti, ha stravolto anche la vita di centinaia di famiglie che hanno visto andare letteralmente in frantumi la propria abitazione. La piccola Sara (nome di fantasia) da quel maledetto 14 agosto ha perso l’uso della parola: per esprimersi utilizza i suoi disegni. Secondo il team di psicologi specializzati che sta seguendo la bambina, si tratta di un blocco post traumatico.

La storia Sara è stata raccontata da Repubblica: il 14 agosto la piccola era alla finestra a osservare i lampi che stavano illuminando il cielo, improvvisamente il ponte Morandi ha ceduto inghiottendo tutte le auto che stavano transitando in quel momento. La bimba è stata subito trascinata fuori dall’appartamento dalla madre: in strada c’erano moltissime altre persone che erano scappate dalle loro abitazioni. In quel momento di dolore misto a terrore, nessuno si è realmente accorto del silenzio assordante di Sara.

[npleggi id=”https://www.nanopress.it/cronaca/2018/08/20/ponte-morandi-crollo-causato-da-diversi-fattori-cosa-sappiamo/220336/” testo=”Ponte Morandi, crollo causato da diversi fattori: cosa sappiamo”]

Secondo il team di psicologi di Emdr Italia, associazione di medici specializzati nel trattamento dei traumi che sta aiutando Sara, ‘in quegli istanti carichi di ansia nessuno si era accorto di quanto accaduto a Sara, solo dopo i genitori si sono resi conto che era diventata improvvisamente silenziosa. Così sono venuti da noi’.

Gli esperti hanno poi spiegato: ‘Lo shock visivo ed emotivo ha prodotto un blocco nella bambina, che nei giorni successivi al crollo è peggiorato. Se già per un adulto è complesso lasciare le proprie cose, figuriamoci per una bambina che aveva già vissuto il trauma del crollo’.

Il consiglio per i genitori è quello di armarsi di amore e pazienza per consentire a Sara di ricucire la ferita interiore e poter così tornare a utilizzare la voce per esprimersi. Secondo i medici infatti, si tratta di un blocco temporaneo. Nel frattempo si intenderanno a gesti, forme e colori.

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