Funerali 15enne suicida a Lavagna, la mamma: «Vi vogliono far credere che fumare una canna è normale»

Funerali

Ai funerali del ragazzino di 15 anni suicidatosi durante la perquisizione in casa per l’hashish era presente tutta la comunità di Lavagna. A risuonare nella chiesa di Santo Stefano, forti e disperate, sono state le parole della mamma. È stata lei a chiamare la Finanza, perché temeva che suo figlio adottivo stesse diventando dipendente dalle droghe leggere.
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Dopo aver ringraziato gli agenti, «per avere ascoltato un urlo di disperazione di una madre che non poteva accettare di vedere suo figlio perdersi ed ha provato con ogni mezzo a combattere la guerra contro la dipendenza», ha voluto lanciare un messaggio agli adolescenti, amici del figlio e non, scusandosi con lui per non essere riuscita a colmare il vuoto che lo divorava.
Il discorso della mamma ai funerali
Ecco il discorso straziante di Antonella Riccardi. Vogliamo riportarlo senza commenti e giudizi, perché davanti a una tragedia simile nessuno può giudicare. «Vi vogliono far credere che fumare una canna è normale, che faticare a parlarsi è normale, che andare sempre oltre è normale. Qualcuno vuol soffocarvi. Diventate protagonisti della vostra vita e cercate lo straordinario. Straordinario è mettere giù il cellulare e parlarvi occhi negli occhi. Invece di mandarvi faccine su whatsapp, straordinario è avere il coraggio di dire alla ragazza sei bella invece di nascondersi dietro a frasi preconfezionate. Straordinario è chiedersi aiuto proprio quando ci sembra che non ci sia via di uscita. Straordinario è avere il coraggio di dire ciò che sapete. Per mio figlio è troppo tardi ma potrebbe non esserlo per molti di voi, fatelo. Noi genitori invece di capire che la sfida educativa non si vince da soli nell’intimità delle nostre famiglie, soprattutto quando questa diventa una confidenza per difendere una facciata, non c’è vergogna se non nel silenzio: uniamoci, facciamo rete. In queste ore ci siamo chiesti perché è successo, ma a cercare i perché ci arrovelliamo. La domanda non è perché, ma come possiamo aiutarci. Fate emergere i vostri problemi».

Quindi un pensiero per il figlio: «Le ultime parole sono per te, figlio mio. Perdonami per non essere stata capace di colmare quel vuoto che ti portavi dentro da lontano. Voglio immaginare che lassù ad accoglierti ci sia la tua prima mamma e come in una staffetta vi passiate il testimone affinché il tuo cuore possa essere colmato in un abbraccio che ti riempia per sempre il cuore».

È stata la mamma ad avvertire la Finanza
È stata dunque la mamma ad avvertire le Fiamme Gialle, e non si è trattata di una perquisizione casuale, come sembrava all’inizio. «È stata la mamma del ragazzo a rivolgersi a noi, quella stessa mattina venendo in caserma, perché non sapeva più cosa fare – conferma un agente al Corriere della Sera – Aveva provato tante volte a cercare di convincerlo a smettere ma non sapeva più come fare. La mamma ci ha detto che il figlio usava droghe leggere, che aveva paura che fosse finito in un brutto giro. Abbiamo capito che non ci trovavamo davanti a un criminale e siamo intervenuti quasi con una finalità pedagogica visto che erano appunto pochi grammi. Noi siamo al servizio dei cittadini e capita a volte che siano gli stessi genitori a chiamarci per chiederci aiuto. Abbiamo agito con tutte le cautele del caso, ma è stato un fatto davvero imponderabile».

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