Fouad Bamaarouf denuncia il fratello radicalizzato: emarginato da italiani e islamici

Fouad

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Fouad Bamaarouf arriva dal Marocco e vive a Monselice in provincia di Padova, dove lavora come operaio. Tempo fa ha compiuto la scelta più difficile della sua vita: denunciare il fratello Adil perché si era avvicinato all’Isis. Una decisione che al momento sta pagando cara, Fouad infatti non riesce a trovare nessuno che voglia affittargli una casa. A ottobre dovrà lasciare quella in cui vive e non sa dove andare.
La comunità islamica lo ha isolato per via della sua denuncia e gli italiani sono diffidenti nei confronti di chi ha un parente radicalizzato.
Così Fouad ha deciso di scrivere una lettera al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

A pubblicare la storia di Fouad è l’agenzia di Stampa Redattore sociale.
Ecco alcuni estratti della lettera di Fouad al Presidente della Repubblica: “Avevo accolto Adil a casa mia perché anche lui voleva costruirsi un futuro in Italia. Ma con il tempo è cambiato e ha iniziato a frequentare delle persone che non conoscevo e a passare molto tempo al computer. Quando l’ho sentito fare certi discorsi pericolosi, quando l’ho udito parlare di bombe ed esplosioni mi sono spaventato e preoccupato, per tutti noi ma anche per lui. Ne ho parlato con i Carabinieri finché, subito dopo Natale 2015, mio fratello è stato espulso con un provvedimento del Ministro dell’Interno”, spiega il marocchino al Presidente Mattarella nella sua lettera.
E ancora: “Da quando sono in Italia ho sempre lavorato sodo, prima in Piemonte e ora in Veneto, a Monselice. Io voglio stare in Italia e sogno di poter ottenere, un giorno, la cittadinanza”, scrive Fouad che con il fratello non ha più alcun tipo di legame. Dopo l’allontanamento in Marocco di Alid, i due non si sono più sentiti.
“Sto cercando da mesi un altro alloggio ma nessuno vuole affittare al fratello di un presunto terrorista, temendo delle ritorsioni e dei rischi per la sicurezza dei propri beni. Ovviamente nemmeno i miei connazionali e gli altri stranieri vogliono aiutarmi, per il motivo opposto, perché non si fidano di uno che ha denunciato il fratello alle forze dell’ordine”. Fouad vuole solo trovare una nuova casa.
“Sono in grado di pagare con il mio lavoro, non chiedo contributi o altro. Chiedo solo la possibilità di avere in affitto un appartamento nel quale vivere serenamente per poter continuare a lavorare e ottenere un giorno, chissà, la cittadinanza italiana. Ho girato tutte le agenzie, parlato con decine di persone, ma per me non c’è nulla di nulla”, ha spiegato al Presidente della Repubblica.
“Con il mio gesto pensavo di aver dato il mio piccolo contributo per rendere l’Italia un po’ più sicura” , scrive nella lettera Fouad.
“Non chiedo particolari favori, solo una mano ad uscire da questa situazione paradossale. L’Italia ormai è il mio Paese, è qui che intendo trascorrere il resto della mia vita” conclude Fouad nella lettera.

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