Formaggio ritirato dal commercio: taleggio a rischio contaminazione da Listeria

Formaggio

Ritirato un nuovo formaggio dal commercio, per sospetta contaminazione da Listeria monocytogenes. A darne notizia è il Ministero della Salute, mediante il portale dedicato ai richiami alimentari: il prodotto incriminato è il taleggio latte crudo, preincartato e porzionato, commercializzato dall’azienda CAROZZI FORMAGGI srl con sede a Barzio (LC), Località Prato Buscante.

L’azienda CAROZZI FORMAGGI ha scelto di richiamare, in via precauzionale e per garantire la sicurezza dei consumatori, un lotto in particolare del formaggio Taleggio latte crudo, perché a rischio contaminazione da Listeria, batterio potenzialmente pericoloso per la salute umana. Non si esclude infatti, che l’ingestione del prodotto gastronomico possa provocare danni più o meno gravi all’organismo.

Formaggio ritirato dal commercio: i lotti incriminati

Ecco i lotti incriminati e oggetto del richiamo da parte del Ministero della Salute.

– Formaggio richiamato e denominazione di vendita: TALEGGIO DOP LATTE CRUDO INC. P. NATURALE.

– Nome del produttore: CAROZZI FORMAGGI srl – BARZIO (LC), LOC. PRATO BUSCANTE

– Marchio di identificazione del produttore: IT 03 1880

– Lotti richiamati: 04827

– Descrizione peso/volume unità di vendita: FORMA INTERA

– Motivo del richiamo: PRESENZA LISTERIA MONOCYTOGENES

– Avvertenze: NON CONSUMARE IL PRODOTTO, RICHIAMARE DAL CONSUMO.

Chiunque si trovasse in casa questo formaggio, appartenente al lotto sopra indicato, è invitato a non consumarlo e a riportarlo al punto vendita.

Listeriosi da assunzione di alimenti contaminati

La listeriosi è un’infezione che viene trasmessa principalmente per via alimentare. Il batterio della Listeria si trova più comunemente sulla crosta di formaggi freschi molli, o in formaggi a base di latte crudo, salmone affumicato, carni fresche non stagionate, salumi, ma anche nei vegetali crudi. Una persona affetta da listeriosi in genere manifesta sintomi para-influenzali, come febbre e dolori muscolari, preceduti talvolta da episodi di diarrea o altri sintomi gastro-intestinali. I pazienti immuno-compromessi sono quelli esposti a un rischio più importante: in loro la malattia può evolvere anche verso forme di setticemia e meningite. Nelle donne in gravidanza la malattia può portare a gravi complicanze. I primi sintomi si possono rilevare anche a distanza di 70-90 giorni dall’assunzione di cibo contaminato.

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