Fertility Day, Lorenzin: ‘Perché si può fare prevenzione sul cancro e non sulla fertilità?’

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Il Fertility Day, previsto per il prossimo 22 settembre, non ha fatto in tempo nemmeno a essere lanciato su Twitter e Facebook tramite l’hashtag #fertilityday, che gli internauti, nel giro di meno di 24 ore, l’hanno letteralmente demolito. La campagna comunicativa sulla fertilità, promossa dal Ministero della Salute, non è proprio piaciuta al web, forse perché gli slogan ‘La fertilità è un bene comune’, oppure ‘Datti una mossa, non aspettare la cicogna’, sembrano ricondurre la questione della donna e della maternità, molto indietro nel tempo. La bufera mediatica è stata così forte che il sito ufficiale fertilityday2016.it, nella serata di ieri ha sospeso le pubblicazioni, lasciando visibile sullo sfondo di una home completamente bianca, soltanto il logo. Ma il Ministro Lorenzin, sembra non voler desistere e oggi ha continuato tenacemente a difendere la campagna da lei stessa promossa: ‘Siamo veramente stupiti e dispiaciuti per questo clamore, non è una campagna per la natalità ma per la prevenzione e la salvaguardia della fertilità, che è una parte della nostra salute’.

Se da un lato stamane il Presidente del Consiglio Renzi, ai microfoni di Rtl 102.5, ha dichiarato di non aver mai visto questa campagna, messa in piedi dal Ministero della Salute, dall’altra Beatrice Lorenzin ha tentato di ridimensionare la feroce polemica, che da ieri sta dominando il mondo del web: ‘E’ stata individuata la necessità di informare le persone perché è emerso che spesso manca la consapevolezza’.

Il ministro ha poi aggiunto, nel corso di un’intervista rilasciata a La Stampa: ‘Il tasso di infertilità in Italia è intorno al 30%. Questa è una polemica strumentale, parlare di fertilità sembra sia un tabù e invece affrontiamo il tema della salute riproduttiva, si fa prevenzione e si propongono percorsi terapeutici per chi ne ha bisogno’.

E riguardo alle discutibili vignette utilizzate per promuovere la campagna sulla fertilità, il Ministro ammette ‘che c’è stato un cortocircuito comunicativo: se non funzionano abbiamo ancora il tempo di cambiarle’, ma poi aggiunge con fermezza: ‘Una cosa è certa: il 22 facciamo il Fertility Day e parleremo di sesso sicuro, di malattie e anche di come fare se non si riesce ad avere figli’.

In rete, oltre alla disapprovazione, alla rabbia e allo sdegno, dinanzi alla maniera con cui il Ministero della Salute ha scelto di parlare di un tema così delicato per la donna e le famiglie, come quello della fertilità, è emerso anche un quesito pungente: quale sarà stato il costo di questa campagna di comunicazione?

A rispondere al quesito degli internauti, è stato Stefano Esposito, senatore del Partito Democratico, il quale ai microfoni di Radio Cusano Campus, ha dichiarato: ‘La campagna è costata circa 200mila euro’ e ha poi aggiunto con tono polemico: ‘Il silenzio è la cosa migliore, ma vi invito a scavare e a scoprire qual è la società di comunicazione che si è inventata questa stronzata e quanto l’abbiamo pagata. Circa 150-200mila euro. Il mio primo figlio è nato attraverso la fecondazione assistita, questo è un tema serio, di una drammaticità che non può essere banalizzata in questo modo. Io l’ho vissuta in prima persona. Serve più sensibilità e meno banalizzazione. Sarebbe interessante sapere se hanno fatto almeno una gara d’appalto’.

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