Europarlamento, al via la legge sulla natura

È stata approvata oggi in Europarlamento la cosiddetta legge sulla natura, che prevede il ripristino della biodiversità.

Parlamento Europeo
Parlamento Europeo – Nanopress.it

Abbiamo parlato proprio ieri dell’importanza di questo provvedimento, fortemente sostenuto da associazioni attiviste e da personaggi che notoriamente si battono in questo senso. Ad esempio l’attivista svedese Greta Thunberg è stata proprio ieri nella sede di Strasburgo per parlare i big del mondo, circa l’importanza di questa misura che punta a restaurare gli ecosistemi danneggiati dall’azione dell’uomo: il 20% entro il 2030 e il 100% entro il 2050. Una legge molto ambiziosa, la prima che davvero tutela le aree terrestri e marine degradate da secoli di scelleratezza umana. Tanti europarlamentari italiani sono d’accordo con la legge, altri no. Vediamo cosa è accaduto oggi.

Approvata la legge sulla natura all’Europarlamento

Ieri, alla vigilia della discussione di oggi all’Europarlamento per approvare la legge sulla natura, che punta al ripristino di quest’ultima, si sono mosse le associazioni ambientaliste con diversi appelli per incoraggiare i potenti e fare la scelta giusta.

La proposta di regolamento Ue, che punta a ripristinare la biodiversità, è stata approvata con 336 voti, a fronte di 300 voti contrari e 13 astenuti. Non un vittoria schiacciante ma comunque numeri che bastano per cominciare a fare davvero qualcosa di concreto per salvaguardare le aree marine e terrestri degradate nel corso degli anni dall’azione umana.

Prima di vedere di concreto che cosa prevede la proposta, è importante sottolineare che aldilà di quanti si siano dimostrati favorevoli, non ad esempio il fronte di centrodestra (formato da Partito popolare europeo che è il più antico in Parlamento Ue, Gruppo dei Conservatori e dei Riformisti Europei e Partito Identità e Democrazia) che aveva tentato di respingerla, si tratta di una svolta commentata con parole importanti anche dal vicepresidente della Commissione Ue.

Frans Timmermans infatti ha detto che il voto di oggi era cruciale per il Green Deal europeo, ovvero il Patto verde formato da iniziative politiche che hanno l’obiettivo di raggiungere la neutralità climatica entro il 2050. E proprio questa è la data fissata per il ripristino totale delle aree terrestri e marine che al momento sono fortemente danneggiate.

La prima legge a livello europeo che si batte per la natura, punta a restaurare gli ecosistemi, combattere il cambiamento climatico e tutelare la biodiversità, quest’ultima è importante fra l’altro anche per la sicurezza alimentare perché rafforza l’agricoltura di fronte ai fenomeni climatici estremi.

La natura ci offre non suolo fertilità nel suolo ma anche aria pulita, acqua e una maggiore capacità di contrastare alluvioni e desertificazione, che come sappiamo sono cose non più così impensabili al giorno d’oggi.

Il nome ufficiale della legge è Nature Restoration Law e il suo impatto sarà importante a livello ambientale ma ha avuto anche alta risonanza nell’opinione pubblica, specialmente fra le associazioni che trattano pesticidi e legate all’agrindustria, perché hanno parlato in questo periodo di perdita di posti di lavoro e rischi per l’alimentazione, al contrario invece il provvedimento non comporterà ciò e porterà invece la stabilità nei settori produttivi e una maggiore sicurezza alimentare.

Attivisti
Attivisti – Nanopress.it

Questa legge costituisce ora la posizione negoziale del Parlamento Ue nelle trattative con il Consiglio Ue e la Commissione per arrivare all’adozione del testo finale. La plenaria aveva bocciato la proposta di rigetto del testo, chiesto dalle commissioni di Pesca e Agricoltura e inevitabile dopo che quella dell’Ambiente non era riuscita ad approvare a maggioranza il suo parere.

Tale bocciatura è stata accolta con entusiasmo dagli europarlamentari di centrosinistra e in seguito sono stati approvati degli emendamenti, specialmente quello presentato dai liberali del gruppo Renew. In questo scenario il presidente del Ppe Manfred Weber aveva tentato di costruire sul rigetto una nuova alleanza di centrodestra ma il tentativo è fallito.

Timmermans, vicepresidente della Commissione Ue, ha parlato di voto importantissimo per il futuro del Green Deal, per poi aggiungere:

“ora torniamo a negoziare un testo che possa soddisfare anche il ppe. io offro la massima disponibilità nel fare questo ma pensando non alle prossime elezioni ma alla future generazioni”.

La proposta di legge

Era giugno di due anni fa quando le testate giornalistiche riportavano una notizia molto importante: si chiedeva una legge sulla biodiversità e a farlo era proprio il Parlamento Ue.

Secondo gli eurodeputati, ogni anno in Europa andrebbero investiti 20 miliardi per un’azione concreta a supporto della natura, con lo scopo di riparare gradualmente i danni che l’uomo ha provocato negli anni trascurandola per i propri interessi.

La proposta è partita dalla commissione Ambiente, che ha adottato la posizione sulla “Strategia dell’Ue sulla biodiversità per il 2030: riportare la natura nelle nostre vite”, con 62 voti favorevoli.

L’obiettivo, come abbiamo già specificato, è il ripristino totale degli ecosistemi entro il 2050, in modo che siano protetti e resilienti a ogni problematica.

Tutelare gli ecosistemi
Tutelare gli ecosistemi – Nanopress.it

Nella proposta, presentata sottoforma di relazione, i deputati hanno sottolineato il bisogno di questa legge per delineare un insieme di interventi ad ampio spettro. Fra i punti chiave del testo, vengono ribaditi i principali fattori di cambiamento della natura che vanno affrontati con la legge. Sono cinque: cambiamenti nell’uso del suolo e del mare, inquinamento, specie aliene invasive, sfruttamento degli organismi e cambiamento climatico.

Si parla anche di soldi, precisamente sarebbero 20 miliardi quelli da mobilitare ogni anno in Europa per fare davvero qualcosa di tangibile a supporto della biodiversità, si parla a tal proposito di un accordo sul tema simile a quello del 2015 di Parigi per quanto riguarda i cambiamenti climatici (riduzione di emissioni di gas serra).

Ancora, nella proposta presentata ormai due anni fa e diventate reale oggi, emerge la necessità di mettere in protezione almeno il 30% delle aree entro il 2030, percentuale che oggi è scesa al 20%, poi si procederò verso la totalità entro il 2050. Viene specificato poi che almeno un terzo di questo 20% dovranno essere lasciate sostanzialmente indisturbate.

Vi è la necessità di raggiungere uno stato di conservazione favorevole per le specie e gli habitat protetti ma si parla anche di costruire la biodiversità con aree urbane apposite.

Importante anche il capitolo sui pesticidi, in particolare nella proposta si ribadisce il no al glifosato e ad altri pesticidi aggressivi e nocivi. Si chiede poi di lavorare per la difesa delle api e di altri insetti impollinatori, fondamentali all’interno dell’ecosistema perché traportano il polline e quindi permettono la formazione di nuovi frutti, la riproduzione di diverse piante selvatiche e la nascita di varie colture.

 

 

 

 

 

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