Elezioni Roma, M5S: “Complotto per farci vincere”

Grillini in Parlamento

Un complotto per far vincere le elezioni di Roma al Movimento 5 Stelle: la clamorosa accusa arriva da un’esponente del movimento stesso, la senatrice Paola Taverna. Escluso dalle comunarie per scegliere il candidato sindaco, intanto, il professore negazionista Antonio Caracciolo. Gli aspiranti al Campidoglio sono adesso 208 e si sono presentati con video e curriculum sul sito di Beppe Grillo. #RomaAiRomani è il grido di battaglia 2.0 (con tanto di hastag) dei grillini per conquistare la Capitale.

Taverna: “Un complotto per farci vincere”
Che i 5 Stelle gridino spesso al complotto è risaputo. Ma che arrivino a teorizzare un complotto ordito per fare vincere proprio loro è un po’ bizzarro. La tesi di Paola Taverna è questa: Pd e Forza Italia vogliono far vincere il M5S per fargli fare brutta figura a Roma e bruciare il partito a livello nazionale. Queste le parole della senatrice: “Ho pensato che potrebbe essere in corso un complotto per far vincere il Movimento Cinque Stelle a Roma. La scelta di Bertolaso mi ha lasciato perplessa tanto quanto quella di Giachetti. Diciamocelo chiaramente, questi stanno mettendo in campo dei nomi perché non vogliono vincere Roma, si sono già fatti i loro conti. Al governo rimane Renzi, alla Regione Zingaretti che stiamo vedendo come sta operando, a livello economico Roma dipende da stanziamenti regionali e stanziamenti statali, ora vogliono metterci il Cinque Stelle, per togliergli i fondi e fargli fare brutta figura. Questo i romani lo devono capire. Ci stanno lasciando debiti fino al 2020 e questa non è opera del Cinque Stelle”.

Escluso dalle comunarie il prof negazionista
Escluso intanto dalle comunarie Antonio Caracciolo, professore che aveva espresso posizioni negazioniste sull’Olocausto. Alla Sapienza aveva definito l’Olocausto una “leggenda” su cui esistono “solo verità ufficiali non soggette a verifica storica e contraddittorio”. Un personaggio troppo scomodo, così il M5S ha deciso di non ammetterlo più tra i candidati sindaco.

Come funzionano le comunarie
Per la prima volta a Roma cittadini onesti potranno scegliere altri cittadini onesti come propri portavoce nelle istituzioni. Niente stanze segrete dei partiti, niente nomine dirette. In una parola: democrazia diretta”, si legge sul sito di Grillo, sotto il video in cui la referente del M5S a Roma Roberta Lombardi invita a votare.

Come funziona il voto? I 9.500 residenti nella Capitale iscritti al movimento devono innanzitutto valutare i profili dei candidati, divisi in base al Municipio di appartenenza, alla residenza o all’attività svolta. Il 19 febbraio ci sarà la prima votazione in cui sarà possibile esprimere preferenze per cinque candidati, di qualsiasi municipio. Dalla prima scrematura i candidati passeranno da 209 a 48. Dalla seconda rimarranno in dieci, con gli altri in lizza per il consiglio comunale. L’obiettivo è scegliere il candidato sindaco intorno al 25 febbraio.

Di Battista: “A Roma persone slegate dal potere”
Alessandro Di Battista annuncia le comunarie su Twitter, invitando a votare i grillini e non i soliti partiti per un vero cambiamento: “#RomaAiRomani I candidati del M5S. Persone per bene slegate dal potere, questo serve a Roma”.

Il tweet di Di Battista sulle comunarie

I favoriti sono Raggi e De Vito
Ma chi sono i 208 candidati sindaco del M5S? Alcuni sono già noti, altri no: ex consiglieri, giornalisti, professori, dipendenti pubblici, rappresentanti delle forze dell’ordine. I favoriti sono gli ex consiglieri in Campidoglio Virginia Raggi, 37 anni, e Marcello De Vito, 41 anni, ex candidato sindaco nel 2013. Gli outsider potrebbero essere Antonio Frenda, ricercatore e docente di statistica, il giornalista di La7 Ivo Mej, il vigile urbano Romolo Bonarota, il manager Telecom Giampiero Padalino, la plurilaureata Rolanda Giannini. E ancora Francesco Silvestri, uno dei membri dello staff comunicazione in Parlamento, gli attivisti storici Massimiliano Morosini e Tiziano Azzara.

Il decalogo da non infrangere
I candidati si preparano al voto ma guai a dimenticare il sacro decalogo del duo Casaleggio-Grillo: chi sbaglia deve pagare una multa da 150mila euro. Insomma, finisce sul lastrico. Una minaccia che aleggia sulle teste di questi 209 coraggiosi grillini, che sta facendo discutere la base: cosa sta succedendo al Movimento?

Grillo fuori dal nuovo logo
Intanto il nome di Beppe Grillo, dopo la votazione di novembre, è ufficialmente uscito dal nuovo logo del M5S.

Nuovo logo M5S

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