Egitto: ex presidente Morsi condannato a morte

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Mohammed Morsi, ex presidente egiziano deposto con il colpo di Stato militare del 3 luglio 2013, è stato condannato a morte per un caso di evasione di massa dal carcere, che ha visto protagonisti dei Fratelli musulmani durante la rivoluzione del 2011 che portò alla caduta di Hosni Mubarak. Morsi è stato invece assolto dall’accusa di spionaggio a favore di Hamas, Hezbollah e Iran. Lo riferisce a Efe una fonte giudiziaria, aggiungendo che la sentenza sarà ora rimessa al muftí, massima autorità religiosa del Paese, che emetterà un verdetto non vincolante prima che il tribunale pronunci la sentenza definitiva il prossimo 2 giugno.

Morsi è stato condannato a morte insieme ad altre 105 persone per l’evasione di massa dei vertici della Fratellanza musulmana dal carcere di Wadi el-Natroun avvenuta il 28 gennaio 2011 durante la quale vennero uccisi numerosi agenti. La fuga dal carcere di Wadi Natrun durante la rivoluzione del 2011 avvenne grazie a presunti aiuti da parte di combattenti di Hamas e del gruppo libanese sciita Hezbollah. Ma l’ex presidente egiziano è già stato condannato in aprile 2015 a 20 anni di carcere per l’uccisione dei manifestanti di fronte al palazzo presidenziale nel dicembre 2012.

Sempre il 2 giugno, quando sarà emessa la sentenza definitiva per la fuga dal carcere, il tribunale penale del Cairo si pronuncerà anche sul caso in cui Morsi è imputato per spionaggio e collaborazione con il movimento palestinese Hamas. Nell’ambito di questo caso oggi sono già stati condannati a morte, sempre in via provvisoria, il leader dei Fratelli musulmani Mohammed Badie, il numero due della Fratellanza Khairat al-Shater e suo figlio, come pure il membro dell’esecutivo del gruppo Mohamed Beltagui. Condannati alla pena capitale per spionaggio anche il presidente del braccio politico della Fratellanza Saad Katatni, il suo vicepresidente Esam al Erian e il predicatore Yusuf al-Qaradaui.

Morsi, che continua a definirsi “presidente legittimo” dell’Egitto, è stato deposto nel golpe militare del 3 luglio 2013 guidato dall’attuale presidente Abdelfatah al-Sissi, allora a capo dell’esercito, dopo diversi giorni di proteste. Dalla caduta di Morsi le autorità hanno avviato una persecuzione di simpatizzanti, membri e leader dei Fratelli musulmani, che sono stati dichiarati gruppo terrorista.

Il co-fondatore del partito egiziano Libertà e giustizia, braccio politico dei Fratelli musulmani, Amr Darrag, ha lanciato un appello alla comunità internazionale a intervenire dopo la condanna a morte emessa oggi a carico del presidente deposto Mohammed Morsi. “Questo rappresenta un verdetto politico”, ha detto a Reuters

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