È morto Jules Bianchi, pilota in coma dopo l’incidente nel Gp del Giappone di Formula Uno

Jules Bianchi, il pilota della Marussia vittima di un grave incidente lo scorso 5 ottobre nel corso del Gran Premio del Giappone di Formula Uno, è morto in Francia nell’ospedale di Nizza, dove era stato ricoverato. A dare la triste notizia è stata la stessa famiglia del pilota venticinquenne di origini italo francesi. Nella sua carriera ha disputato 34 Gran premi ottenendo 2 punti nel mondiale.

Jules Bianchi era in stato di incoscienza dal 5 ottobre scorso, quando ebbe l’incidente nel circuito di Suzuka. ”Ha lottato fino alla fine, come ha sempre fatto, ma oggi la sua battaglia è arrivata alla fine”, ha fatto sapere la famiglia in un comunicato pubblicato su Facebook nella notte. ”Il nostro dolore è immenso e indescrivibile”.

Anche la Marussia, che oggi si chiama Manor F1, ha scritto un post su Facebook: ”siamo devastati dalla perdita di Jules dopo una così dura battaglia. È un privilegio per noi averlo avuto nel nostro team. La famiglia Bianchi, nel suo comunicato, ha ringraziato «tutti per l’affetto dimostrato nei mesi scorsi, che ci ha dato grande forza e ci ha aiutato ad affrontare momenti così difficili”.

L’incidente

[veedioplatform code=”4e93e061403261c475d29433fc869dac”]

La Marussia di Jules Bianchi era uscita di pista ad alta velocità, colpendo una gru che era a bordo pista per rimuovere l’auto di Adrian Sutil, che precedentemente era stato vittima (indenne) dell’asfalto scivoloso. Subito era scoppiata la polemica per il fatto che la gru era in pista senza che la safety car fosse entrata in azione. Proprio in un momento in cui la pioggia era forte, la visibilità quasi azzerata e in una curva cieca. Dopo l’impatto il pilota era stato trasportato in ospedale privo di sensi, e da subito c’era molta preoccupazione per le sue condizioni. Bianchi era stato operato per togliere un importante edema celebrale, e ha lottato tra la vita e la morte, attaccato alla macchina per la respirazione assistita.

Cambio di regolamento dopo la tragedia

[npgallery id=”3713″]

La morte di Jules Bianchi ha colpito duramente il mondo della Formula1 e delle corse in generale, tanto che la dinamica del suo incidente ha predisposto la F1 a cambiare il regolamento e a fermare prima le corse in regimi di bandiere gialle. Molti messaggi di cordoglio da parte di fan e colleghi, su Twitter, come dall’ex campione di Formula 1 Mario Andretti: ”Le mie più sentite condoglianze alla famiglia di Jules Bianchi per la fine di una giovane promettente vita. Le mie preghiere sono per te”. ”Non ci sono parole per descrivere cosa hanno perso la sua famiglia e lo sport. Tutto quello che posso dire è che è stato un piacere conoscerti e gareggiare con te”, ha scritto il pilota Max Chilton, che ha postato anche un paio di foto insieme a Bianchi. ”Riposa in pace Jules Bianchi, questo sport che tanto amiamo può essere davvero crudele”, ha invece scritto il pilota Dario Franchitti su Twitter.

Biografia e carriera di Jules in pillole

Jules Bianchi morto in incidente

Il 3 agosto 1989 viene al mondo Jules Bianchi a Nizza, in Francia. Inizia a gareggiare con i kart nel 1994, alle auto passa nel 2007 e vince cinque gare nel campionato francese di Formula Renault 2.0, gareggiando anche nella versione Eurocup della serie. Nel 2008 prende parte all’ART Grand Prix e finisce terzo nella Formula 3 Euroseries, vincendo due gare. Vince, inoltre, il prestigioso evento Master a Zolder. Nel 2009 vince facilmente il titolo della Formula 3 Euroseries, con 9 vittorie, attirando su di sé gli interessi della Ferrari che lo firma per il suo programma giovanile e che lo porta in pista nel dicembre per i test. Nel 2010 compete per il campionato di Gp2 asiatico, continua con l’Art GP nella serie Gp2, finendo terzo, con quattro podi. L’anno dopo è il pilota di riserva della Ferrari, fungendo anche da test driver. Arriva di nuovo terzo nella Gp2, con una vittoria. Nel 2012 è alla Force India come tester e pilota di riserva, prende parte a nove prove libere del venerdì nei principali grand prix del campionato. Contestualmente finisce secondo nella Formula Renault 3.5, vincendo 3 gare.

Il 2013, a 22 anni, debutta in Formula uno, il 17 marzo, finendo 15esimo nell’esordio stagionale a Melbourne per il gran premio d’Australia. Il 24 marzo del 2013, finisce 13esimo in Malesia, risultato importantissimo perché assicura alla sua scuderia, la Marussia, di finire decimo nella classifica costruttori alla fine dell’anno. Finisce la stagione al 19esimo posto nella classifica piloti. Nel maggio del 2014, nel gran premio di Montecarlo, Bianchi finisce nono, regalando il primo punto alla sua scuderia dopo 83 gran premi. Il 5 ottobre del 2014 l’incidente di Suzuka, durante il gran premio del Giappone: Bianchi ha impattato contro un mezzo di recupero in azione nella rimozione della Sauber di Adrian Sutil. Operato d’urgenza al cervello, rimane in condizioni critiche ma stabili al Mie General Medical Centre nello Yokkaichi. Il 17 luglio del 2015, dopo nove mesi di strenua lotta contro il dolore, Bianchi muore. Il primo pilota, dopo Ayrton Senna, a morire a causa di un incidente in un gran premio.

Impostazioni privacy