Droga in Islanda: così è stata sconfitta la dipendenza

droga in islanda

La droga in Islanda e la dipendenza non costituiscono più un problema grave come accadeva qualche anno fa. Il Paese è riuscito ad abbattere drasticamente i numeri della dipendenza da alcol e da droghe, grazie ad un metodo che, secondo alcuni esperti, dovrebbe essere adottato anche in altri Stati e che, secondo quanto dicono i risultati ottenuti, sarebbe davvero efficace. Non è stato certo facile: l’Islanda aveva il triste primato nella classifica dei maggiori consumatori di droghe e di alcol in Europa e ribaltare questo risultato ha richiesto degli interventi molto diretti.

Il progetto Youth in Iceland

Tutto è iniziato grazie al lavoro di Harvey Milkman, professore di psicologia statunitense, che aveva scritto un’interessante tesi di dottorato sull’argomento. Il lavoro del professore cercava un collegamento tra il consumo di alcol e droghe e la predisposizione ad una sensazione di stress. Successivamente Milkman partecipò ad un gruppo di ricerca per il contrasto dell’abuso di droghe e nel 1991 si recò in Islanda per approfondire i suoi studi. Proprio in quell’anno gli fu chiesto di studiare un progetto per coinvolgere i giovani del Paese.

Nel 1992 ai giovani islandesi tra i 15 e i 16 anni di età fu sottoposto un apposito questionario, attraverso il quale si chiedeva loro di parlare del consumo di alcolici, del fumo e delle abitudini di vita quotidiana. Il risultato fu molto evidente: il 40% degli intervistati affermava di essersi ubriacato un mese prima e il 25% diceva di fumare ogni giorno. Dal questionario emerse anche che i ragazzi che praticavano sport o che avevano un buon rapporto con i genitori avevano una minore tendenza ad utilizzare alcol e droghe.

Per questo motivo il governo decise di avviare il progetto chiamato “Youth in Iceland”, un vero e proprio programma di recupero rivolto ai giovani. Fu avviato un coprifuoco per i giovani tra i 13 e i 16 anni, che dovevano rientrare a casa alle 22 in inverno e a mezzanotte in estate. Non furono più effettuate pubblicità di alcolici e di sigarette. Inoltre fu vietato ai minori di 18 anni di acquistare sigarette e a chi aveva meno di 20 anni di acquistare alcolici. In più furono avviate numerose attività extrascolastiche per coinvolgere i più giovani, dallo sport all’arte, anche con incentivi statali per chi aveva minori possibilità economiche. Queste attività, secondo Milkman, avevano l’obiettivo di agire sul cervello degli adolescenti, senza alcun effetto negativo, anche per ridurre lo stress e l’ansia.

I risultati

I risultati nel corso degli anni furono davvero sorprendenti. In 15 anni, dal 1997 al 2012, raddoppiò il numero di giovani impegnati in attività sportive, che decidevano di frequentare i corsi extrascolastici anche quattro volte alla settimana. Dal 1998 al 2016, l’abuso di alcol tra i giovani tra 15 e 16 anni è sceso dal 48% al 5%. La percentuale di chi fuma cannabis è scesa dal 17% al 7%. Inoltre è diminuito anche il numero di giovani che fumano sigarette, dal 23% al 7%. Dei numeri che hanno portato l’Islanda a diventare uno dei Paesi più salutisti d’Europa.

In Italia

Per quanto riguarda il consumo di alcol, la diffusione di questo fenomeno, secondo gli ultimi dati Istat, risulta in diminuzione negli ultimi 10 anni, ma sta cambiando il modello tradizionale relativo all’abitudine di bere vino durante i pasti. Sempre più persone, infatti, negli ultimi anni sono passate a bere alcolici al di fuori dei pasti con frequenza occasionale.

Nel nostro Paese il quadro del consumo di droghe è davvero preoccupante, secondo quanto dimostrano i dati dell’ultimo studio ESPAD Italia dell’Istituto di Fisiologia Clinica del Consiglio Nazionale delle Ricerche di Pisa. L’indagine ha coinvolto 30.000 studenti italiani tra i 15 e i 19 anni di età. E’ stato visto che sono sempre di più gli italiani a consumare hashish (più di 3 milioni sotto i 35 anni). Il consumo di cocaina risulta leggermente in diminuzione, ma sono 430.000 le persone che la usano. In costante aumento risulta il consumo di eroina, con 320.000 persone che hanno usato questa sostanza nell’ultimo anno. In particolare le regioni italiane che occupano le prime posizioni in classifica per il consumo di sostanze stupefacenti sono la Sardegna e l’Emilia Romagna. La prima ha il primato per la cocaina, la seconda per le droghe sintetiche. L’eroina risulta la droga più popolare tra i quindicenni dopo la cannabis: è stato visto che il 2% dei maschi di questa età, circa 5.000 giovani, l’ha consumata almeno una volta nel mese precedente l’indagine.

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