Da Peppone a Coffrini, il problema della Sinistra di oggi è la corruzione

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«Signore, Peppone è stato eletto», esclamò Don Camillo quando il suo rivale venne eletto. E probabilmente avrebbe detto molto di peggio quando venne eletto Marcello Coffrini, quota PD, visto che ora la sua giunta è stata sciolta per “infiltrazioni mafiose”. A riconferma della sempre più massiccia presenza della ‘ndrangheta in Emilia Romagna.

‘Ndrangheta che, ora, è finalmente alla sbarra anche in quella regione con il processo Aemilia, benché – come ha denunciato nella mia intervista su Nanopress.it il giornalista Giovanni Tizian – nessuno ne parli, soprattutto sui giornali nazionali.

«Ah io mi ricordo del cero che vi portò – aggiunse Don Camillo – per esser bello era bello, ma se basta un cero di un chilo per farsi eleggere deputato, Stalin con uno di una tonnellata si faceva eleggere papa».

Insomma il voto di scambio probabilmente esisteva già all’epoca, ma di sicuro era molto diverso da quello attuale: per essere eletti, oggi, ci vogliono appalti truccati, finanziamenti pubblici sapientemente indirizzati e favori ben più impegnativi di un cero acceso in Chiesa.

Ed è proprio per questi “favori” che il Sindaco (rimosso) Coffrini risulta molto diverso dal nostro Peppone, pure essendo entrambi espressione delle stessa parte politica: la Sinistra. Quella Sinistra che, secondo molti, non esiste più. Ma a guardare gli ultimi scandali giudiziari, dalla Banca Etruria del Ministro Maria Elena Boschi a Trivellopoli del Ministro Guidi, il problema della Sinistra non è che non esiste più, ma che quella che c’è oggi è troppo spesso corrotta.

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