Crozza a Ballarò: il Def del PD sta per ‘Divisi dall’Ennesima Faida’

[videoplatform code=”139703680568153451705a637a”]

Per cosa sta davvero la sigla Def? Ce lo dice Maurizio Crozza nella sua nuova copertina di Ballarò. Ancora una volta il comico genovese introduce la puntata del talk show di RaiTre con una riflessione mirata sugli eventi politici e d’attualità della settimana. Dalle manovre governative all’imminente sentenza che attende Berlusconi, passando per il malore di Casaleggio e il clamoroso fuorionda Gelmini-Toti.

[fotogallery id=”427″]

Divisi dall’Ennesima Faida. E’ questo il nuovo significato che Crozza attribuisce al Def, il Documento di Economia e Finanza che il premier sta faticosamente cercando di far approvare. Si tratta di una defnizione quanto mai calzante, dato il proliferare di dissidi interni al partito. Il PD sta al governo e al contempo si fa opposizione da solo.

‘Come possiamo chiamarlo, un organismo auto-sufficiente? Un mitocondrio? Diciamo che è una massa informa di minoranze incapace di difendersi.’

La nuova politica del PD sembra essere quella di fare lotta intestina ed è un qualcosa contro cui Renzi non può nulla, perché è una peculiarità che ha inaugurato lui stesso.

Tra una stoccata e l’altra all’indirizzo dell’esecutivo, Crozza si premura di fare gli auguri a Casaleggio, che è stato improvvisamente ricoverato per un edema cerebrale:

‘Più che un’operazione al cervello, per lui si è trattato di un aggiornamento software.’

In studio è accomodato Giovanni Toti e l’occasione è davvero troppo ghiotta per farsela sfuggire. Nei giorni scorsi ha fatto scalpore il fuorionda che ha visto protagonista il suddetto ospite insieme a Maria Stella Gelmini.

‘Toti ma come ha fatto a cascarci? Lei è un giornalista, c’era un microfono! E’ come se la Pellegrini annegasse nel bidet.’

I due hanno amabilmente discusso dei dolori del non più giovane Berlusconi, il quale è in particolar modo angosciato dalla data del 10 aprile. Per lui quello sarà il giorno del giudizio, quello in cui conoscerà il suo destino: arresti domiciliari o affidamento ai servizi sociali? Questo è il problema. L’affidamento ai servizi sociali glielo possono concedere solo in presenza di segni di ravvedimento da parte dell’imputato. Ma è uno scenario plausibile, conoscendo il soggetto in questione? L’unico ravvedimento che l’ex Cavaliere può concedere, al massimo, è quello che riguarda gli ultimi allenatori del Milan ingaggiati.

Impostazioni privacy