Crozza a Ballarò: dalle mazzate con gli ultrà alle mazzette con l’expo

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Questa settimana la performance di Crozza a Ballarò è interamente dedicata all’Expo di Milano e agli scandali che continuano a moltiplicarsi intorno alla manifestazione. Non solo i politici attuali sembrano invischiati in faccende sempre più losche, ma persino delle personalità criminali del passato sono rispuntate fuori e risultano coinvolte nella faccenda.

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‘Che differenza c’è tra la prima Repubblica e la seconda Repubblica? Sono cambiati i giudici? No, perché gli imputati sono sempre gli stessi.’

Maurizio Crozza è stupefatto di fronte alla capacità degli ex condannati di Mani Pulite di riemergere nelle amministrazioni come se nulla fosse. E di finire di nuovo indagati. Il riferimento è a Gianstefano Frigerio e Primo Greganti, tornati alla ribalta nell’ambito dell’inchiesta sull’Expo di Milano. Praticamente è il sequel di Tangentopoli.

Il PD ha fatto un gesto forte però, ha sospeso Greganti. Non l’hanno nemmeno espulso, solo sospeso. Mossa saggia, non sia mai che nel 2024 si fanno le Olimpiadi a Roma e loro non possono rigiocarselo.
L’unico che hanno fatto davvero fuori nel PD è stato il povero Prodi.

Non c’è che dire, quando si tratta di truffe e raggiri, noi italiani siamo sempre in testa a tutti. Il comico genovese ha coniato una nuova definizione per noi: siamo i maghi degli appalti truccati, i make-up artist dell’illecito.

‘Dalle mazzate con gli ultrà alle mazzette con l’expo, è stata proprio una bella settimana.’

Anche Beppe Grillo è intervenuto sulla questione che sta tenendo banco sulle prime pagine dei giornali, con l’immane spirito propositivo che lo contraddistingue. Il leader del Movimento 5 Stelle e ha candidamente dichiarato che bisogna bloccare l’Expo.

‘Ma come, più boccata di così? Cosa vuoi fargli, allagare i terreni?’

Dal canto suo, Matteo Renzi ci ha messo la faccia sull’Expo. Peccato che l’avesse già fatto con l’abolizione del Senato, le riforme e il job act. A quanto pare il premier non fa altro da quando è salito al potere. La domanda allora sorge spontanea:

‘Ma quante facce ha Renzi? E’ un dado? Ha la faccia come il cubo?’

La chiusura del monologo è un colloquio a due con Matteo Salvini, accomodato nello studio del talk show. Di certo ora il leghista ci penserà due volte prima di gridare ‘Roma ladrona’ ai quattro venti.

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