Coronavirus, si valuta proroga alla chiusura scuole anche dopo il 3 aprile

Si fa sempre più concreta l’ipotesi di proroga alla chiusura delle scuole dopo il 3 aprile, per scongiurare nuovi casi di contagio da coronavirus. La sospensione delle attività didattiche in classe ha dato i suoi frutti, dicono gli esperti, consentendo di arginare la diffusione del coronavirus in un momento di emergenza eccezionale in tutta Italia. Ma ancora non abbiamo superato il picco dei contagi, per questo la chiusura delle scuole potrebbe andare oltre.

Proprio dall’Istituto superiore di sanità arriva la precisazione sulla proroga delle scuole chiuse oltre il 3 aprile. A dichiararlo è il presidente del Consiglio superiore di sanità Franco Locatelli, esperto del Comitato tecnico scientifico e già pediatra oncoematologo dell’ospedale Bambino Gesù di Roma.

Proroga alla chiusura scuole, si va avanti fino a maggio?

La chiusura delle scuole e università, insieme ad altri provvedimenti di limitazione delle attività sociali, ha funzionato. Per questo si sta pensando a una proroga per il mese di aprile o maggio. Ma non ci sono ancora date sicure, nessuno sa se ci saranno scuole chiuse fino al 15 aprile o fino a maggio: “Nei giorni immediatamente precedenti la scadenza del 3 aprile valuteremo la situazione. Siamo pronti a prorogare la sospensione didattica, se necessario”, sono le parole di Franco Locatelli in una intervista rilasciata al Corriere. Anche paesi come Francia e Spagna hanno preso provvedimenti simili a quelli che l’Italia ha applicato per combattere la pandemia di coronavirus, segno che la strategia adottata dal nostro Paese è valida. Non solo. Anche la riduzione netta dei casi di Covid-19 in zone di focolaio come Codogno mostra che lo stop totale è servito.

L’ipotesi di proroga alla chiusura scuole oltre l’attuale data del 3 aprile è quindi attualmente allo studio proprio per proseguire con la strategia iniziale di contenere l’ondata di contagi e risparmiare vite e risorse. Come sappiamo, infatti, i bambini e gli adolescenti sono meno colpiti dalla malattia ma possono essere fonte di contagio per i componenti della famiglia. Soprattutto per le persone più fragili come i nonni.

Niente festicciole in casa o riunioni con i compagni di scuola, quindi, perché ancora non abbiamo vinto la battaglia. “Se continueremo a rimanere a casa evitando contatti a rischio, saremo più efficaci nel contenere il virus”, precisa il premier Giuseppe Conte, sulle pagine del Corriere. “Gli scienziati ci dicono che non abbiamo ancora raggiunto il picco, queste sono le settimane più rischiose e ci vuole la massima precauzione. Non possiamo abbassare la guardia. È la sfida più importante degli ultimi decenni, per vincerla serve il contributo responsabile di 60 milioni di italiani”.

Ora bisogna aspettare, spiega ancora Locatelli: “Dobbiamo attendere qualche settimana per verificare i risultati delle nostre decisioni. Per il resto non servono nuovi divieti, ora è importante rispettare scrupolosamente quelli che ci sono”.

Intanto in diverse scuole e mense sono state completate le operazioni di sanificazione, in modo tale che alla ripresa delle attività i ragazzi possano trovare aule e strutture pulite e igienicamente sicure.

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