Convento sotto accusa, suore costrette a firmare i voti col sangue, molestate, ricattate e malnutrite

A Frigento, in Campania, una situazione orribile quella a cui sarebbero state costrette delle suore in un convento, l’istituto dei frati francescani dell’Immacolata. L’istituto era già stato commissariato dalla Santa Sede nel 2013 e adesso è finito di nuovo sotto accusa per i reati di truffa aggravata e falso ideologico. Alcune suore sarebbero state costrette a sottoscrivere col sangue dei voti di obbedienza ai fondatori. Altre sarebbero state molestate e ad altre sarebbero stati somministrati, sotto costrizione, cibi scaduti. Ma non solo vocazioni forzate, anche confessioni sacramentali utilizzate come mezzo di ricatto.

L’istituto religioso avrebbe ricevuto dai lauti compensi dai benefattori e Giuseppe Sarno, l’avvocato dei nuovi vertici della congregazione, aveva sporto una denuncia, segnalando delle presunte irregolarità nella gestione del patrimonio. Si parla di fanatismo, di culto idolatrico verso il fondatore, di atteggiamenti autoritari e narcisisti che avrebbero avuto come scopo il controllo assoluto. Molte suore avrebbero ricevuto ricatti e mortificazioni, soprattutto con una sorta di rito con il quale veniva firmato un patto di fedeltà assoluta attraverso il sangue dei polpastrelli. I racconti di terrorismo psicologico sono tanti.

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