Confcommercio, Matteo Renzi fischiato per gli 80 euro

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Matteo Renzi fischiato a Roma durante l’assemblea generale di Confcommercio. Ma l’accoglienza poco amichevole nei confronti del premier non ha sortito alcun effetto sul Presidente del Consiglio che ai fischi non ha dato molta importanza e anzi, ha colto l’occasione per difendere la manovra del suo Governo.

“Fischiatemi pure se avete il coraggio ma la politica deve essere con la P maiuscola, dovete credere nella politica e l’atteggiamento di chi dice tutti uguali fa il vostro male, non il vostro bene” ha detto Matteo Renzi in risposta ai fischi e alla richiesta di chi, dalla platea gli ha chiesto di tagliarsi lo stipendio. “Grandissimo rispetto per chi ritiene gli 80 euro una mancia elettorale, sono contento di averli dati. ha aggiunto il presidente del Consiglio” e ha ribadito: “Che non fossero apprezzati da voi lo sapevamo da tempo ma che fossero una misura di giustizia sociale verso gente che non guadagna 1500 euro al mese lo rivendico con forza”.
Sul bonus da 80 euro introdotto in busta paga dal Governo Renzi arriva la bocciatura del Codacons: “Si è rivelato un clamoroso flop”. Il presidente Carlo Rienzo spiega: “I numeri ci dicono che gli effetti del bonus sono stati deludenti e peggiori di qualsiasi aspettativa, e non hanno prodotto alcun risultato sul fronte dei consumi e delle vendite, esattamente come previsto dal Codacons. Il commercio, infatti, nonostante l’introduzione del bonus ha continuato a vivere una crisi nerissima che tuttora miete vittime, con migliaia di chiusure di esercizi in tutta Italia. Sul fronte dei consumi, gli 80 euro in busta paga non hanno incentivato gli acquisti, che solo di recente sono tornati a registrare timidi segnali positivi grazie al decremento del petrolio e al calo dei prezzi al dettaglio. Tutto ciò conferma come il bonus in busta paga sia una di quelle misure ‘spot’ che non aiutano né le famiglie, né la nostra economia”.
All’assembla di Confcommercio il premier fa una nuova promessa: “Prendo l’impegno per voi irrinunciabile per la crescita nel 2017 di non aumentare l’Iva. Ma l’Iva non si tocca più dal 2013, le clausole non sono mai state toccate dal nostro governo, l’ultimo aumento è scattato nell’ottobre di quell’anno, noi siamo in carica dal febbraio 2014”.

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