Come vede il mondo un bambino autistico

[veedioplatform code=”dbd8b738d4ab3ec082a4e0af7313230c”]

Come vede il mondo un bambino autistico? Per molti soggetti con autismo la realtà è costituita da una sovrastimolazione, una presenza eccessiva di stimoli sensoriali durante le normali attività della vita quotidiana. Un semplice gesto, come il suono di una bottiglia di profumo al centro commerciale, che non sarebbe notata da molte persone, costituisce uno stimolo molto forte per chi soffre di autismo. E’ proprio questo l’obiettivo del nuovo video della National Autistic Society, con sede nel Regno Unito: far comprendere alle persone come un bambino autistico vede la realtà, partendo dagli stimoli di un centro commerciale.

Un luogo molto affollato come un centro commerciale può costituire un esempio molto valido di come i bambini autistici rispondono agli stimoli sensoriali e allo stesso tempo fa comprendere che non sempre la reazione delle altre persone che assistono è adeguata al contesto. Dopo che il ragazzino è stato letteralmente travolto dagli stimoli, il messaggio rivolto agli spettatori è molto significativo. Il bambino dice: “Non sono cattivo, sono autistico”.

E’ importante che tutti noi comprendiamo che alcuni ragazzi non sono “cattivi”, ma hanno a che fare con una condizione che non possiamo sperimentare in prima persona. Anche se molte persone hanno sentito parlare di autismo, sono davvero pochi a comprendere realmente come gli stimoli del mondo esterno possano influenzare veramente il comportamento di un bambino autistico.

Un nuovo rapporto della National Autistic Society ha messo in evidenza che 8 persone su 10 con autismo si sentono socialmente isolati. Mark Lever, a capo della società, ha spiegato che non sempre le persone hanno dei pregiudizi nei confronti dei bambini autistici. Molti sostengono di voler essere comprensivi, ma semplicemente non sono in grado di vedere una condizione di autismo e quindi non sono in grado di rispondere adeguatamente.

Spesso i bambini autistici tendono a schivare lo sguardo dell’interlocutore o comunque a mantenere inferiore il contatto oculare rispetto ad altri coetanei. In generale si può riscontrare una minore propensione agli scambi sociali o alla risposta ad iniziative proposte dagli altri. L’errore più comune che si compie è considerare tutto questo come una mancanza di motivazione a comunicare. Le persone con autismo solitamente vogliono condividere il contatto oculare con gli altri, ma la loro attenzione non è rivolta principalmente verso gli stimoli sociali. E’ quello che succede, ad esempio, quando un bambino autistico sta svolgendo un’attività e non presta attenzione ad una persona che lo chiama.

Impostazioni privacy