Come funziona il fuorigioco nel calcio? Definizione e spiegazione della regola

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Il fuorigioco nel calcio è una delle regole più difficili da spiegare, soprattutto a molte donne. Anche se, rispetto a una volta, considerata l’overdose di calcio e programmi che parlano di pallone in televisione, adesso sono di meno le ragazze che non ne hanno mai sentito parlare di fuorigioco. Per quelle che ancora strabuzzano gli occhi davanti a questa regola, ecco una piccola guida per orientarsi e fare bella figura con marito/fidanzato/compagno sul funzionamento del fuorigioco nel calcio.

Fuorigioco nel calcio: la regola

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Il fuorigioco nel calcio in inglese si chiama ‘offside’. Di per sé, il fuorigioco non è un’infrazione, ma un calciatore in tale posizione non può prendere parte al gioco, pena un calcio di punizione assegnato alla squadra avversaria.

Il fuorigioco è disciplinato alla Regola 11 del Regolamento del gioco del calcio. Viene sanzionato quando il giocatore si trova nella metà campo di gioco avversaria ed è più vicino alla linea di porta avversaria sia rispetto al pallone, sia rispetto al penultimo avversario. Un calciatore non può trovarsi in posizione di fuorigioco se si trova allineato rispetto al pallone o al penultimo avversario. Per l’infrazione, viene presa in considerazione la parte del corpo che è più vicina a tale linea, non incluse braccia e mani.

Ai fini del calcolo, un calciatore che, per qualsiasi motivo, si trovi a fuoriuscire dal terreno di gioco nel corso di un’azione, dovrà essere considerato come se giacesse sul punto della linea del perimetro del terreno di gioco a lui più vicino.

Spiegazione del fuorigioco: quando diventa fallo

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Spiegazione del fuorigioco: ossia quando L’arbitro fischierà punizione alla squadra avversaria nel momento in cui il calciatore in fuorigioco prenderà parte attiva all’azione: quando un suo compagno gli passa o calcia verso di lui il pallone. La posizione di fuorigioco deve essere considerata nel momento in cui parte il passaggio del compagno. Se un calciatore passa il pallone a un suo compagno quando quest’ultimo è in posizione regolare, l’arbitro non dovrà sanzionare l’offside se poi il pallone gli giunge quando suddetto compagno si è spostato in posizione di fuorigioco. Viceversa, se un calciatore passa la palla a un proprio compagno, in posizione di fuorigioco nel momento di inizio del passaggio, l’offside dovrà essere sanzionato comunque, anche se tale compagno recupera il pallone dopo essere arretrato in posizione regolare.

Regola del fuorigioco: come si entra in gioco

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Regola del fuorigioco: come si entra in gioco? Perché un calciatore prenda parte attiva al gioco – e sia quindi sanzionabile di fuorigioco – deve intervenire nel gioco, influenzare un avversario o trarre vantaggio da tale posizione. Intervenire nel gioco significa toccare il pallone, influenzare un avversario vuol dire ostruire la visuale o impedire il movimento di un avversario con la propria presenza, trarre vantaggio da tale posizione è quando si gioca un pallone dopo che è stato accidentalmente rimbalzato da un palo, da una traversa, da una bandierina di calcio d’angolo, dall’arbitro, da un suo assistente sul terreno di gioco o da un avversario.

Fuorigioco spiegazione: cosa succede quando si fischia il fuorigioco

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Quando l’arbitro fischia il fuorigioco, interrompe il gioco e assegna un calcio di punizione indiretto in favore della squadra avversaria. Il calcio di punizione si batte nel punto in cui si trovava il calciatore in posizione irregolare al momento del passaggio del compagno. Il calciatore non viene né ammonito né espulso in quanto il fuorigioco viene considerato infrazione, ma non scorrettezza.

Fuorigioco passivo nel calcio: che cos’è

Il fuorigioco passivo nel calcio avviene quando un giocatore, pur essendo effettivamente in fuorigioco, non partecipa all’azione, non beneficia del passaggio del compagno e non si trova neanche nella traiettoria del pallone, il che potrebbe influire perché con la sua posizione danneggerebbe o infastidirebbe il portiere. In questo caso, il fuorigioco non viene sanzionato dall’arbitro.

Fuorigioco nel calcio: quello che non c’è

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Capita che un giocatore sia in fuorigioco, non sanzionabile però. Quando riceve il pallone direttamente da una rimessa laterale o da un calcio di rinvio eseguito da un compagno. Su battuta di un calcio d’angolo, per definizione nessun calciatore in campo può essere in fuorigioco in quanto dietro alla linea del pallone. Un calciatore non può essere in fuorigioco se riceve il pallone nella propria metà campo.

Regola del fuorigioco: scorrettezze e accortezze

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Regola del fuorigioco: come tentare di aggirarla. Se un difensore esce volontariamente dal terreno di gioco per mettere in offside un attaccante avversario, l’arbitro lascerà proseguire il gioco e, alla prima interruzione del gioco, ammonirà il difendente per aver abbandonato il terreno di gioco senza il permesso dell’arbitro. Se intanto l’attaccante ha segnato un gol, verrà convalidato.

Al contrario, se un attaccante in fuorigioco abbandona il terreno di gioco mostrando di non voler prendere parte al gioco, non commette infrazione. Deve però chiedere il permesso del direttore di gara per tornare in campo. Se non lo fa, verrà ammonito appena rientrerà in campo. Se un calciatore rotola dentro la porta avversaria mentre un suo compagno segna, la rete sarà convalidata se l’attaccante che era entrato in porta resta immobile. Se con la voce o i gesti ostacola o disturba l’avversario, la rete non sarà valida. Non solo: il calciatore sarà ammonito per comportamento antisportivo. Il gioco riprenderà con una rimessa da parte dell’arbitro dal punto in cui si trovava il pallone al momento dell’interruzione.

Storia del fuorigioco

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E’ del 1859 la prima definizione del fuorigioco. E’ riportata nelle ‘Sheffield Rules’, bozza di regolamento del calcio messa a punto da Nathaniel Creswick e William Prest. Doveva regolamentare le partite della regione inglese di Sheffield e delle Midlands. La ‘Football Association Board’ lo farà suo l’8 dicembre del 1863, all’articolo 6. Un anno dopo avviene la codificazione nel primo regolamento ufficiale del calcio.

Inizialmente, la regola diceva che tra il giocatore che riceveva un passaggio e la porta avversaria ci dovevano essere almeno quattro avversari. Nel 1866 si passò a tre, dal 1907 si sanzionò l’offside solo se l’attaccante si trovava nella metà campo avversaria. Dal 1926, si passò da tre a due giocatori.

La disposizione secondo la quale un calciatore si trova in fuorigioco se una parte qualsiasi del suo corpo – braccia e mani escluse – si trova più vicino alla porta avversaria rispetto al pallone e al penultimo difendente è del 2004-2005 in serie A; fino ad allora, era necessario che passasse una ‘luce’ tra i due corpi: un calciatore era in fuorigioco solo se fra lui e il penultimo difendente passasse della luce, e quindi ci fosse spazio vuoto.

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