Clan Misso, storia del sodalizio criminale che ha comandato su Napoli

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Il Clan Misso è un sodalizio della criminalità organizzata napoletana, ossia della camorra, che deteneva il controllo sulle attività illecite del Rione Sanità, quartiere centrale e degradato della città. Esso si affermò sin dagli inizi degli anni ’80, allorquando, in alleanza con le famiglie camorristiche Pirozzi e Savarese, costrinse i boss Vastarella e Tolomelli, che sino ad allora avevano esercitato il loro prepotere criminale, ad abbandonare il quartiere.

Fondatore e leader del clan è Giuseppe Misso, detto ‘o Nasone, inizialmente alleato di Luigi Giuliano, boss storico del quartiere Forcella, che lo sostenne nella sua scalata ai vertici del potere criminale. L’amicizia cessò ben presto, a causa dei conflitti in affari tra i due clan.

Questi contrasti, nonché le tangenti richieste dai Giuliano al Misso per le sue attività di commercio di abbigliamento nella zona di via Duomo, rientrante nella “competenza territoriale” dei primi, diedero inizio ad una cruenta guerra contro il clan Giuliano, in quanto i due organizzazioni criminali esercitavavo la loro influenza su zone centrali e tra loro confinanti della città.

Allorquando, nel 2002, Luigi Giuliano decise di collaborare con la giustizia, facendo importanti rilevazioni su connivenze tra apparati istituzionali e camorra coinvolse lo stesso Giuseppe Misso.

Un’altra sanguinosa faida che ha visto protagonista il clan Misso è quella scoppiata contro le famiglie facenti parte dell’ “Alleanza di Secondigliano”, che cercavano di estendere i loro interessi nel Rione Sanità e quindi sulla città di Napoli. Il Clan Misso, con l’aiuto degli altri clan cittadini, cercò in tutti i modi di evitare l’entrate dei secondiglianesi in città.

Inizialmente la “resistenza” dei clan di Napoli riuscì, anche grazie all’apporto proprio del sodalizio criminale Misso-Mazzarella-Sarno. Tuttavia i continui arresti e soprattutto l’ondata di pentimenti che colpì questi clan, in particolare i Misso e i Sarno, indebolì fortemente l’alleanza. Lo stesso Giuseppe Misso, il fondatore del clan, anche se ormai sessantenne, nel 007 decise di pentirsi e collaborare con la giustizia, perché – a suo dire – voleva “distruggere il mio mito”.

Il clan Misso, diversamente dagli altri clan camorristici, è specializzato in furti e rapine nelle banche, negli uffici postali e dei furgoni blindati e tra i profitti dal controllo delle cooperative di ex detenuti, dell’usura, dai falsi, dall’oro e dal controllo delle gioiellieri. Ebbe risonanza internazionale il colpo miliardario messo a segno dai Misso in danno del Monte dei Pegni del Banco di Napoli.

Il boss della Sanità, detto anche ‘o fascista, a causa delle sue simpatie per l’estrema destra, finì anche sotto processo per una sua presunta partecipazione alla strage del Rapido 904 nella notte del 23 dicembre 1984, che causò 17 morti e oltre duecento feriti. Condannato all’ergastolo in primo grado, fu poi assolto nei due successivi gradi di giustizia.

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