Cinture di sicurezza: ancora troppi non le allacciano

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Sembra difficile crederci: dopo 28 anni dall’introduzione in Italia dell’obbligo di allacciare le cinture di sicurezza sono ancora troppi quelli che non lo fanno. D’altra parte c’è anche tanta gente che si mette al volante dopo aver bevuto, che si fa il selfie mentre guida o che in auto tiene il bambino in braccio, per cui forse non c’è troppo da meravigliarsi.

La guida senza cinture di sicurezza ha rappresentato oltre un terzo delle violazioni rilevate dalla Polizia stradale nel 2015. Su 115.040 veicoli fermati ed un totale di 35.562 infrazioni accertate, ben 12.657 riguardavano cinture e seggiolini. Ora, 12mila su oltre 38 milioni di veicoli circolanti può sembrare una percentuale trascurabile. Non lo è: innanzitutto perché non sappiamo quante persone non allacciano la cintura fra quelle che non sono state fermate. Un sondaggio condotto dalla Fondazione Ania rivela che il 20% degli intervistati ha ammesso di non usare le cinture. Se includiamo quelli che mentono nei sondaggi, è probabile che la cifra reale sia anche superiore.

Inoltre se anche volessimo limitarci ai dodicimila rilevati dalle pattuglie, essi hanno vissuto con tempo preso in prestito. Per il momento trascuriamo il fatto che sia obbligatorio e che la multa possa arrivare anche a 323 euro e 5 punti in meno sulla patente. Soffermiamoci sull’aspetto che conta veramente: la sicurezza.
Nemmeno l’automobile meglio costruita al mondo può evitare che ci sfracelliamo dentro di essa se non siamo correttamente ancorati ai sedili. Qui si tratta di fisica, che non è solo una difficile materia scolastica. In un urto a 50 Km/h il nostro corpo viene investito da una forza equivalente a circa 20 volte il nostro peso. Ipotizzando una persona di 70 Kg, significa 1.400 Kg. Chi è capace di trattenere con la sola forza delle mani o delle gambe un’intera automobile, alzi la mano: lo ricoveriamo subito.
Altro particolare non da poco, che ci spiega perché la gente muore in questi casi: la decelerazione sopportabile dal corpo umano prima di subire danni mortali è al massimo di 20 g. Significa 20 volte l’accelerazione di gravità. In un incidente a 50 Km/h, si raggiungono decelerazioni anche doppie o triple. Morte in agguato.

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