Chi erano davvero i nostri idoli? Dall’omofobo Che Guevara al misogino Gandhi

Maglia di Che Guevara durante una manifestazione per la pace


Se vi dicessero che molti degli idoli occidentali hanno un lato oscuro, vorreste sapere di cosa si tratta? Oppure, per timore che ne vengano macchiate immagine e reputazione, preferireste appellarvi al motto “non bisogna mai rovinare una buona storia con la verità?“. Noi abbiamo deciso di raccontarvi dei fatti che gettano ombre su alcuni personaggi idolatrati: dall’ “omofobo” Che Guevara al “terrorista” Nelson Mandela; passando per l’ “integralista” Madre Teresa di Calcutta al “misogino” Gandhi. Il nostro scopo non è distruggere o mettere in discussione la loro immagine e la vostra stima nei loro confronti, ma raccontare una sfumatura diversa dei personaggi. Anche perché stiamo pur sempre parlando di essere umani. Raccontando fatti e testimonianze giudicate attendibili, e non le solite cospirazioni dei complottisti di professione che popolano Facebook.

L’omofobo Che Guevara

che guevara

Partiamo dal comandante Ernesto Che Guevara, guerrigliero e rivoluzionario argentino, protagonista della rivoluzione di Cuba e braccio destro di Fidel Castro. Dopo la morte, il Che è diventato un’icona dei movimenti rivoluzionari di sinistra, un idolo per milioni di persone in tutto il mondo, un volto su maglie, bandiere e gadget. Per molti storici e detrattori non è stato altro che un criminale di guerra. Quello che non tutti sanno è che il medico argentino perseguitò i gay e organizzò il primo lager per omosessuali. Massimo Caprara, giornalista ed ex segretario di Palmiro Togliatti, di Che Guevara scrisse questo: “Nel 1960 il procuratore militare Guevara illustra a Fidel e applica un Piano generale del carcere, definendone anche la specializzazione. Tra questi, ci sono quelli dedicati agli omosessuali in quanto tali, soprattutto attori, ballerini, artisti, anche se hanno partecipato alla rivoluzione”. Carceri dove i prigionieri (accanto ai gay, nemici e oppositori politici) erano spesso sottoposti a punizioni corporali ideate dallo stesso Che: “Salire le scale delle varie prigioni con scarpe zavorrate di piombo; tagliare l’erba con i denti; essere impiegati nudi nelle quadrillas di lavori agricoli; venire immersi nei pozzi neri”. Insomma, Che Guevara sarebbe stato un agguerrito omofobo. E pensare che molti manifestanti ignari indossano proprio la sua maglia durante i Gay Pride…

Il terrorista Nelson Mandela

Nelson Mandela Nelson Mandela morto a 95 anni il mondo in lutto

Altro mito è Nelson Mandela, primo presidente sudafricano a essere eletto dopo la fine dell’apartheid, la politica di segregazione razziale istituita dal governo di etnia bianca del Sudafrica nel secondo dopoguerra, in vigore fino al 1994. Uomo di governo di riconciliazione e pacificazione, simbolo dell’uguaglianza e dell’antirazzismo, Mandela fu leader del movimento anti-apartheid ed ebbe un ruolo fondamentale nella caduta della dittatura. Tanto che nel 1993 vinse il premio Nobel per la pace. Eppure anche Mandela, che rimase in carcere per 27 lunghissimi anni, presenta un lato oscuro. Fu lui, infatti, a dare l’ordine di far scoppiare la bomba a Church Street, alle 16.30 di venerdì 20 maggio 1983 nella capitale sudafricana Pretoria, che causò la morte di 19 persone e il ferimento di altre 217. Non solo militari (l’obiettivo era il quartier generale dell’Aviazione sudafricana) ma anche civili innocenti: sia bianchi che neri. L’attentato, approvato da Mandela, fu orchestrato dall’ANC (African National Congress), il più importante partito politico sudafricano, fondato da lui nell’epoca della lotta all’apartheid. Insomma, i detrattori lanciano l’interrogativo: Mandela era un eroe o un terrorista? E come è possibile aver eretto a simbolo della pace e della non violenza uno che diede l’ordine di fare esplodere una bomba che uccise dei civili?

Il misogino Gandhi

Gandhi



Il principale simbolo della non violenza resta Gandhi.
Importante guida spirituale per il suo paese, l’India, il Mahatma è stato uno dei teorici della resistenza all’oppressione tramite la disobbedienza civile di massa. La strategia della non violenza portò l’India all’indipendenza. Gandhi è stato riconosciuto come Padre della nazione e il 2 ottobre, giorno della sua nascita, è un giorno di festa in India e la Giornata internazionale della non violenza mondiale per l’Onu. Gandhi ha ispirato vari movimenti per la difesa dei diritti civili e personalità come lo stesso Nelson Mandela. Eppure nemmeno lui sarebbe stato un santo. Riportiamo la testimonianza di Michael Connellan, scrittore che vive a Nuova Delhi. In un articolo pubblicato sul The Guardian ha descritto Gandhi come un personaggio sessista, misogino e puritano. “Il Mahatma ha fortemente contribuito a rendere l’India una delle nazioni più represse, dal punto di vista sessuale, che esistono al mondo, ed un luogo veramente terribile per le donne. Gandhi disprezzava infatti i propri desideri sessuali, e disprezzava il sesso in qualsiasi contesto, tranne che per la procreazione. Riteneva che il sesso fosse dannoso per la salute di un individuo, e che la libertà sessuale avrebbe portato la popolazione indiana al fallimento”, le parole di Connellan. Sembra inoltre che il padre della non violenza fosse ostile alle donne, arrivando a considerarle colpevoli delle molestie sessuali che subivano, in quanto provocatrici. Pensava che le donne stuprate perdessero valore come esseri umani, giustificando i padri che le uccidevano per salvare l’onore della famiglia. Ricordiamo che ancora oggi sono troppi i casi di donne stuprate e non tutelate in India (qui uno dei casi più recenti). E ancora, Gandhi sarebbe stato talmente ossessionato dal sesso che avrebbe dormito accanto a ragazze nude (persino le nipoti) per imparare a placare le proprie pulsioni e mettere alla prova il voto di castità.

L’integralista Madre Teresa di Calcutta

Calcutta, l'anniversario della morte di Madre Teresa

Del lato oscuro di Madre Teresa di Calcutta, proclamata santa il 4 settembre 2016, abbiamo parlato ampiamente in questo articolo. Qui vi riassumiamo critiche e controversie, che raccontano di una suora integralista, avida, sadica. Per alcuni addirittura atea. Alcuni giornalisti hanno demolito nei loro reportage la figura della suora, che avrebbe costretto i malati terminali a restare in ospedali fatiscenti, paragonati ai lager nazisti, senza alcuna terapia del dolore. Una suora talmente integralista da glorificare il dolore fisico e rifiutare ai pazienti i più semplici antidolorifici. “Nelle missioni della religiosa, due terzi dei pazienti aspetta invano di ricevere cure mediche, mentre gli altri vi si recano per morire senza ricevere cure adeguate, a causa della glorificazione della sofferenza da parte di Madre Teresa”, raccontarono degli studiosi canadesi nel 2013. Giornalisti tedeschi l’hanno accusata di aver fatto sparire i milioni che aveva ottenuto grazie alla popolarità e ai media. Altri di essere stata amica di dittatori e truffatori. Per non parlare di chi l’ha dipinta addirittura come un’atea.

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