Chi è Raffaele Marra, fedelissimo di Virginia Raggi arrestato per corruzione?

Virginia Raggi e Raffaele Marra


Chi è Raffaele Marra, braccio destro della sindaca Virginia Raggi arrestato per corruzione? Si tratta di uno dei dirigenti più contestati della giunta capitolina: la sua nomina a capo del personale (sul sito del Comune risulta direttore del Dipartimento Organizzazione e Risorse Umane) aveva fatto storcere il naso alla procura e ai grillini duri e puri. Roberta Lombardi lo aveva bollato come “il virus che ha infettato il Movimento 5 Stelle“. I suoi presunti intrallazzi con i palazzinari romani avevano inoltre messo in guardia i giornalisti de L’Espresso, che lo avevano definito “il sindaco ombra della Capitale”. Scoperchiando la vicenda che il 16 dicembre ha fatto scattare le manette.

Raffaele Marra, laureatosi prima in giurisprudenza e poi in Economia e commercio, ha 44 anni ed è napoletano. Prima di entrare in politica è stato finanziere. Dopo gli studi alla Nunziatella di Napoli, nel 1991 si è arruolato nelle Fiamme Gialle. Ha frequentato i corsi per diventare sottoufficiale a Cuneo, poi si è trasferito a Bergamo dove è diventato tenente. Nel 1997 ha avuto il primo comando all’aeroporto di Fiumicino. Nel 2006 ha deciso di abbandonare la divisa folgorato sulla strada della politica e di Gianni Alemanno. Marra è entrato nella direzione Affari generali del ministero dell’Agricoltura, poi nell’Unione Nazionale Razze Equine finché, con l’elezione di Alemanno a sindaco, è andato a dirigere il dipartimento casa entrando nel Gabinetto del primo cittadino. Nel 2010 è passato alla Rai, poi è stato promosso alla direzione del personale della Ragione Lazio con Renata Polverini governatrice, nonostante fosse stato considerato “inidoneo” dal Tar. Ha vinto quindi un concorso come dirigente comunale, ma con Ignazio Marino sindaco è stato spostato in un ruolo meno rilevante, alla tutela dei consumatori.

Con l’arrivo in Campidoglio della Raggi, Marra è tornato a sentirsi importante: la sindaca pentastellata si fidava di lui talmente tanto da nominarlo capo del personale e da difenderlo dagli immediati attacchi dalla base del Movimento. Marra, infatti, secondo i grillini purosangue sarebbe agli antipodi rispetto alla figura dell’onesto amministratore a 5 Stelle. E non solo per aver lavorato con le precedenti amministrazioni del centrodestra.

Quando Roberta Lombardi lo definì il “virus che ha infettato il Movimento”
La nomina di Marra (stipendio considerato troppo alto) è finita nel mirino dell’Anac e della procura di Roma insieme a quello degli altri dirigenti capitolini Salvatore Romeo e Carla Raineri. Tanto che la deputata pentastellata Roberta Lombardi, sempre diretta e poco diplomatica, lo definì il “virus che ha infettato il Movimento”. In realtà Marra se l’era cercata: per motivare la sua giravolta politica, aveva raccontato di essere “lo spermatozoo che ha fecondato il Movimento“, servendo così su un piatto d’argento alla Lombardi la replica al vetriolo.

Marra è “il vero sindaco di Roma”?
Mentre la sindaca continuava a difendere la sua nomina a spada tratta, in pentola bolliva l’inchiesta per corruzione che il 16 dicembre avrebbe fatto tintinnare le manette. Anche L’Espresso, intanto, era partito all’attacco, scoperchiando le presunte compravendite sospette in combutta con alcuni palazzinari. Puntuale la querela da parte di Marra, che aveva negato tutto. Il settimanale aveva rilanciato pubblicando un ritratto impietoso dell’ex finanziere napoletano, definendolo il “Rasputin della giunta capitolina”, “più potente di qualsiasi assessore”, “il vero sindaco di Roma”. E adesso che succederà in Campidoglio? “Ora sta a noi dimostrare di avere gli anticorpi”, aveva attaccato la Lombardi dopo averlo definito “virus”. La sindaca di Roma adesso dovrà dimostrare di averceli gli anticorpi.

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