Chi è Luigi De Magistris, sindaco uscente e candidato alle amministrative di Napoli

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Luigi De Magistris ritorna al ballottaggio per la carica di sindaco di Napoli da primo cittadino uscente e ritrova lo stesso sfidante di cinque anni fa, Gianni Lettieri. Questa volta però l’ex magistrato parte in vantaggio, forte del 42,8% conquistato al primo turno e distaccato di quasi venti punti dal suo avversario. Altro punto a suo favore, in vista del ballottaggio del 19 giugno, è il consenso popolare al termine di cinque anni in cui, tra alti e bassi, inchieste giudiziarie e scontri con il governo, ha amministrato il capoluogo campano. Sanguigno, napoletano doc, De Magistris è un politico atipico, non solo per la sua storia personale (da magistrato a sindaco) ma anche per la sua visione politica, al di fuori dei partiti tradizionali e con una forte impronta populista. Andiamo a conoscere meglio Luigi De Magistris.

IL PROGRAMMA DI LUIGI DE MAGISTRIS

Nato a Napoli il 20 giugno 1967, De Magistris si laurea in giurisprudenza a soli 22 anni e con 110 e lode, passa il concorso in magistratura a 26 anni e inizia il tirocinio nel capoluogo campano. Nel 1996 va a Catanzaro dove rimane per due anni, occupandosi da sostituto procuratore di inchieste legate alle corruzione e alla criminalità organizzata. Nel 1999 torna a Napoli dove rimane come Pm fino al 2002, specializzando nei reati dei cosiddetti colletti bianchi e sul crimine organizzato. Il suo nome inizia a comparire sulla stampa locale e nazionale per le sue inchieste sul mondo della criminalità, ma è con il ritorno alla procura di Catanzaro che diventa un personaggio pubblico. Con altri colleghi è titolare di indagini che riempiono le pagine dei media, come “Toghe Lucane”, “Poseidone” e soprattutto “Why Not” che porta alla luce i rapporti tra politica locale e malaffare.

Nel 2009 decide di passare dall’altra parte della barricata, dimettendosi dall’ordine giudiziario e presentandosi come indipendente per l’Italia dei Valori dell’ex magistrato Antonio Di Pietro alle elezioni europee: ottiene quasi 500mila voti, risultando il secondo più votato dietro a Silvio Berlusconi.

Nel 2011 si vota a Napoli e De Magistris, che si è sempre sentito legato alla sua città natale, decide di candidarsi sostenuto dall’IDV e da una coalizione che riunisce SEL e liste civiche, creando la versione napoletana della “sinistra arancione” del milanese Giuliano Pisapia. A differenza del collega meneghino, De Magistris si presenta senza l’appoggio del PD campano che al primo turno corre con un suo candidato, arrivando secondo al ballottaggio dietro Gianni Lettieri, già all’epoca candidato del centrodestra. Al secondo turno viene eletto sindaco di Napoli.

Inizia la sua carriera da primo cittadino nel solco di una visione politica populista, grillino ante Grillo: nella sua squadra non ci sono rappresentanti della politica ma personalità della cosiddetta società civile, l’orgoglio napoletano è la leva con cui cerca di scardinare le porte chiuse di alcuni rioni, da tempo dimenticati dalla politica e il suo programma è un misto tra le istanze della sinistra e quelli che poi saranno i temi del M5S.

Durante la carriera da sindaco viene colpito inchieste a suo carico e inizia un tira e molla sulla permanenza al comune di Napoli tra legge Severino e pressioni esterne. Il 25 settembre 2014 è stato condannato insieme a Gioacchino Genchi dal Tribunale di Roma a un anno e tre mesi per abuso d’ufficio, ma la pena viene annullata dalla Corte d’Appello di Roma che assolve con formula piena sia De Magistris sia Genchi da tutte le accuse. Nel 2015 viene prosciolto da ogni accusa di abuso di ufficio nell’ambito dell’inchiesta sulla gestione dell’America’s Cup.

Alle amministrative del 5 giugno raccoglie quanto seminato nei 5 anni precedenti, ottenendo il 42,8% dei voti e diventando il più votato tra i sindaci uscenti nelle grandi città. Merito anche di una politica anti sistema che raccoglie parte dei delusi dai partiti. Nei 5 anni di governo si è scagliato contro il potere centrale e in particolare contro Matteo Renzi, accusando Roma di aver lasciato il Sud e Napoli da soli. I toni si sono alzati in molte occasioni, l’ultima durante un comizio della recente campagna elettorale. “Renzi devi avere paura, ti devi cacare sotto“, urlò dal palco. Sindaco di Strada, come si è auto definito, non ha intenzione di mollare ed è pronto a sfidare Lettieri e il programma del centrodestra per Napoli per la seconda volta.

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