Chi è Antonio Iannetta, il candidato outsider delle Primarie PD a Milano?

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Chi è Antonio Iannetta? Il suo nome, in questi giorni, sta circolando assiduamente per la rete e fondamentalmente il motivo è uno: si tratta del quarto candidato alle Primarie del PD, che si terranno a Milano, il prossimo 7 febbraio 2016. Scopriamo nel dettaglio le sue esperienze lavorative, i suoi obiettivi per il futuro e il suo punto di vista sull’operato della Giunta Pisapia nel capoluogo lombardo.

Nato nel 1974, nella vita privata è padre di due figli.

Si è laureato alla Facoltà di matematica, fisica e scienze naturali, in conservazione della natura e delle sue risorse e non nega di avere una certa predilezione per le tematiche ambientali e per tutte quelle strategie volte alla tutela della natura e dei suoi equilibri.

Dal 2013, Iannetta è il direttore di UIPS (Unione Italiana Sport Per tutti), un’associazione che si occupa della promozione del diritto allo sport nelle aree di Milano e dintorni. Una realtà che coinvolge 550 società sportive e 70mila tesserati.

Precedentemente e per diversi anni, si è occupato del coordinamento di progetti di cooperazione internazionale in ambito sportivo, in diversi Paesi, quali la Somalia, la Palestina e il Brasile.

Attualmente è il più giovane dei candidati alle Primarie del PD a Milano.

E a riguardo della sua candidatura, in un’intervista ha chiarito quali sarebbero i suoi punti prioritari:

‘Anzitutto richiamarsi a un lavoro di squadra con i partiti e con movimenti e associazioni. Rilanciare la città-laboratorio sperimentale, una linea che Giuliano Pisapia ha più volte affermato per ritrovare l’entusiasmo. Un tema per noi importante è la città sostenibile, attenta alla mobilità che valorizzi percorsi alternativi (piste ciclabili, aree verdi). Milano deve ragionare sempre più come area metropolitana e coinvolgere gli altri comuni su mobilità, infrastrutture, parchi’.

Infine, dando uno sguardo all’operato della Giunta Pisapia nel capoluogo lombardo, ha dichiarato:

‘Pisapia ha dato un importante contributo di cambiamento dopo 20 anni di centrodestra. Nella continuità occorre rivedere il modello Milano rilanciando alcuni punti non ancora completamente compiuti’.

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