Che cosa sono i Cie, i centri di identificazione ed espulsione

Arrivo all'ex Cie dei migranti trasferiti dal Cpa di Cona

Cosa sono i Cie e come funzionano? Negli ultimi giorni si è tornati a parlare di queste strutture, dopo l’annuncio del capo della polizia, Franco Gabrielli, nel quale dichiarava che per il nuovo anno sono previsti piani straordinari di controllo del territorio nei confronti dei migranti irregolari. Secondo quanto riportato dal Corriere della Sera, ‘la circolare fa parte di una strategia più ampia del nuovo ministro dell’Interno, Marco Minniti, per aprire un Cie in ogni regione d’Italia’. Mentre a detta di una fonte della polizia citata da Repubblica, l’obiettivo del ministero dell’Interno è raddoppiare i rimpatri dei migranti irregolari nel 2017.

L’annuncio di nuovi controlli serrati contro i migranti irregolari e l’intenzione di estendere il numero di Cie sul territorio italiano, è di fatto la prima presa di posizione importante in materia d’immigrazione del nuovo ministro dell’Interno Minniti. Vediamo nel dettaglio come sono nati i Cie, come funzionano, quanti ne esistono sul territorio italiano e quanti effettivamente sono agibili.

Cie: cosa sono?

I Cie sono centri di identificazione ed espulsione: si tratta di strutture fondate nel 1998 con la legge Turco-Napolitano, in cui vengono trattenuti gli stranieri arrivati in modo irregolare e che non hanno fatto richiesta di protezione internazionale o non hanno alcun requisito per poterla ottenere.

Inizialmente i Cie si chiamavano Centri di permanenza temporanea e assistenza (Cpta) e prevedevano la detenzione amministrativa di coloro che non possedevano documenti in regola, per un periodo massimo di 30 giorni. In seguito il periodo di detenzione è stato esteso a 18 mesi, poi nuovamente ridotto a 90 giorni. Attualmente è di 12 mesi.

Cie: dove si trovano?

In Italia i Cie effettivamente operativi sono quattro, per una capienza totale di circa 350 posti: Roma, Torino, Brindisi e Caltanissetta. A Bari esiste, tuttavia è inagibile per lavori. Il Cie di Trapani, attivo fino al 31 dicembre 2015, dal 2016 è stato convertito in hotspot.

Originariamente i Cie italiani erano quindici, tuttavia poco alla volta, sono stati chiusi per problematiche legali, umanitarie e di ordine pubblico. Strutture similari sono presenti anche negli altri Paesi dell’Unione Europea. I Cie europei sono circa duecento.

Quello di Ponte Galeria è il più grande: si trova in una zona isolata tra l’Aeroporto di Fiumicino e la Fiera di Roma. Aveva fino a poco tempo fa una capienza di circa 374 posti. A Natale del 2013 finì al centro della cronaca, perché alcuni ospiti nordafricani si cucirono la bocca con del filo ricavato dalle coperte, in segno di protesta. Il Garante per i diritti dei detenuti del Lazio, Stefano Anastasia, ha recentemente dichiarato: ‘E’ una struttura assolutamente inadeguata ad ospitare per mesi in condizioni dignitose persone che non hanno alcuna colpa’.

Il Cie di Torino può attualmente contare su 90 posti effettivi, contro i 180 disponibili soltanto a livello teorico. Capienza che infatti non è mai stata raggiunta, a causa di roghi e distruzioni, che hanno reso inagibili alcune parti della struttura. Il Garante regionale dei detenuti, Bruno Mellano, ha dichiarato: ‘Il Cie versa in condizioni non ottimali’.

Il Centro di identificazione ed espulsione di Restinco si trova nella periferia di Brindisi. Attualmente ospita 48 migranti, a fronte di una capienza totale di 84 posti. Nei mesi passati è stato protagonista di episodi di protesta con elementi di arredo e dettagli dati alle fiamme. Lo scorso agosto alcuni gruppi di anarchici hanno protestato dinanzi ai cancelli della struttura.

Il Cie di Caltanisetta, situato in contrada Pian del Lago, a soli 3 km dal centro abitato, a livello teorico dispone di 96 posti. Anche questa struttura che ospita migranti di diverse etnie, è stata scenario di violente proteste e rivolte.

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