Cesare Cremonini ammette: ‘Soffro di solitudine’

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Cesare Cremonini è estremamente legato alla sua città Bologna, dove ha scelto di vivere anche perché lì ci sono i suoi affetti e gli amici di sempre. Una vita in simbiosi con il suo pianoforte e la sua amata musica, il cantautore racconta di vedere di rado gli amici più cari e che dunque un po’ di solitudine nella sua vita c’è.

Cesare Cremonini, 38 anni e una lunga carriera di successi alle spalle e davanti a sé. Intervistato da Vanity Fair, il cantautore racconta i 24 mesi trascorsi in solitudine a registrare il disco ‘Possibili scenari’ e la realizzazione di un sogno adolescenziale: un tour negli stadi.

Cesare Cremonini e la solitudine

Uno studio di registrazione a Bologna, nella sua città natale, in aperta campagna e vicinissimo ai suoi amati colli, ma anche agli amici di infanzia che però non vede così spesso.

‘Mentre lavoravo all’ultimo album – racconta il cantautore – ho fatto un esperimento sociale. Ho invitato gli amici tutte le settimane a mangiare una pizza con me, sono venuti una sola volta’.

Coccolato dalle note del suo pianoforte e da chi lo acclama mentre è su un palco o da chi lo saluta per strada, Cesare Cremonini ammette di soffrire un po’ di solitudine. ‘150.000 persone hanno deciso di arrivare da tutta Italia per vedermi esibire a pochi metri di distanza, ma a volte i miei amici non sono disposti a cenare con me gratis’, confessa con amarezza.

‘Mi capita di uscire dal mio studio di notte, con una nuova canzone tra le mani, raggiungere Bologna e girare in macchina per ore ascoltandola, finendo a guardare le stelle con una piadina in mano, sui colli. Vorrei cenare con qualcuno ogni tanto’, aggiunge il cantautore.

L’ultimo album, uscito il 24 novembre scorso, si è rivelato impegnativo e un sacrificio enorme per Cesare Cremonini che ha dovuto anche fare un lavoro interiore per affrontare la nuova sfida negli stadi. ‘Per realizzare Possibili scenari, sono entrato in sala di registrazione a 36 anni e ne sono uscito a 38, sfigurato dalla solitudine. È stato traumatico perché ho lasciato alle spalle due anni senza ricordi e senza luce. Non lo voglio fare mai più’, dichiara.

Cesare Cremonini e il tour negli stadi

‘Sento, senza spaventarmi, che un percorso si è compiuto e che assecondare la passione di un’intera esistenza mi è servito a regalarmi una bellissima prospettiva di libertà’, confessa Cesare Cremonini parlando del tour negli stadi che lo aspetta e che inizierà il prossimo 15 giugno.

Il cantautore racconta che quando era ragazzo e faceva le prove per esibirsi alle feste liceali, giocava a fare la star e a immaginare un grande pubblico davanti a sé in diverse città di Italia tra cui Roma e Milano. Adesso quelle stesse città le toccherà e saluterà dai palchi degli stadi. Un’emozione grandissima.

‘Affrontare 60.000 persone costringe a un lavoro enorme su se stessi, così adulto e profondo, che forse a vent’anni non avrei potuto superare. Non esiste però un palcoscenico in cui mi sia sentito più o meno felice. Sono sempre stato innamorato del mio mestiere, ad Africo come a San Siro. Mi sono immerso da ragazzino nel mondo dello spettacolo e ho capito subito, entrandoci da sconosciuto, che non esiste un pubblico di serie B’, il cantautore ammette di aver lavorato sodo anche sulla sua persona per il tour che sta per partire.

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