Carlo Conti: ‘Mio padre non l’ho mai conosciuto, mia madre faceva le pulizie per arrotondare’

Carlo Conti padre madre

[didascalia fornitore=”Ansa”]Carlo Conti nel 2017 durante la sessantesima edizione dello Zecchino d’Oro[/didascalia]

Di solito è riservatissimo, per questo hanno sorpreso le dichiarazioni di Carlo Conti sul padre, che non ha mai conosciuto, e su sua madre Lolette, deceduta qualche anno fa dopo aver speso 40 anni della sua vita a crescere da sola, con mille sacrifici, l’unico figlioletto. Il conduttore di tre Festival di Sanremo dal 2015 al 2017 ha aperto per la prima volta l’album di famiglia svelando molti retroscena, alcuni dei quali sorprendentemente drammatici, della sua infanzia segnata dalla mancanza della figura paterna e dalle difficoltà economiche della mamma.

‘Mio padre morì che avevo appena 18 mesi e non me lo ricordo affatto’, ha spiegato Carlo Conti ad Aldo Cazzullo del Corriere della Sera, ‘Mia madre quindi mi ha fatto sia da mamma che da papà: non aveva una lira, avendo speso tutto in cure sperimentali che si erano rivelate inutili. Avrebbe potuto gettarsi dalla finestra con me in braccio…’.

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Per fortuna non lo fece, anzi mamma Conti si rimboccò le maniche e crebbe da sola il suo Carlo con estrema dignità: ‘Trovò nella fede la forza di continuare. Era una donna forte e anche dura, se necessario. Tirò fuori dal cassetto il diploma da ostetrica che aveva preso durante la guerra e iniziò a fare assistenza notturna in ospedale, mentre io dormivo da mia zia. Ma i soldi non bastavano mai e per arrotondare fece pure la donna di servizio. Credo che pure oggi che non ci sono più, mia madre e mio padre continuino ad aiutarmi, non avrei potuto fare quello che ho fatto senza di loro’.

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Sua madre ha fatto tutto per lui, eppure ci sono stati dei momenti in cui la mancanza del padre per Carlo Conti si è fatta sentire: ‘A volte penso che se mi avesse cresciuto lui sarei un uomo diverso, ma non mi sono mai sentito sfortunato. Ricordo però un momento preciso in cui per la prima volta mi sono accorto di essere senza padre: avevo 22 anni e stavo giocando a tennis con il mio migliore amico Leonardo Pieraccioni (sì, proprio lui, ndr), quando a un certo punto arrivò suo papà che iniziò ad incoraggiarlo, a dargli dei consigli. Ecco, una figura così io non ce l’avevo’.

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Rimpianti comunque pochi: ‘Mamma mi ha trasmesso la leggerezza e l’amore per la vita, oltre all’attenzione per chi ha meno di noi. Le sarò grato per sempre’.

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