Caos Roma, Berdini si difende: ‘Sono vittima di una trappola’

Paolo Berdini in Commissione di inchiesta sulle condizioni di sicurezza e sullo stato del degrado delle citta' e delle loro periferie

Paolo Berdini non molla e insiste nel difendere la sua posizione e nell’attaccare il giornalista de La Stampa, autore di una “trappola” in cui sarebbe caduto, ma il suo destino è appeso a un filo e sarà il vertice del M5S a decidere della sua sorte. Virginia Raggi, però, intervistata all’ingresso del Campidoglio, ha fatto capire di aver perso la pazienza: “Più che interviste pensi a lavorare. La pazienza delle persone ha un limite”. L’assessore all’Urbanistica di Roma, quindi sempre più vicino all’addio, scrive una lettera al Fatto Quotidiano in cui rinnova la sua linea difensiva in merito all’ormai noto colloquio con Federico Capurso che gli è costato le dimissioni. “Sono vittima di una trappola, il giornalista mi disse di essere un militante del movimento”, dice, parlando senza mezzi termini di una “intervista truffa”. Nei suoi confronti, ci sarebbe “un accanimento mediatico senza precedenti” per un solo motivo. “La posta in gioco è alta e si chiama Stadio di Tor di Valle“, il progetto dello stadio della Roma che l’assessore ha sempre avversato e che non esita a definire “la più imponente speculazione immobiliare del momento in Europa”.

Tutto farebbe parte di un piano per screditarlo e colpire, tramite lui, l’amministrazione Raggi. L’assessore ricorda il giorno dell’intervista e racconta di essere caduto in una trappola. “Quel venerdì, dopo quattro ore di teso confronto sull’emergenza abitativa, un ragazzo mi si è presentato nella sala della conferenza come un militante e abbiamo parlato a lungo di alcune questioni romane. Solo dopo, all’esterno, sono caduto nella trappola con una registrazione illegale. È evidente che vogliono farmi fuori”, insiste.

La sua difesa è chiara: nessuna smentita di quanto riportato nell’articolo, anche perché l’audio è troppo chiaro, ma una registrazione “illegale” in cui sarebbe caduto vittima perché sotto attacco. “Oggi il M5S, se vuole, ha la grande opportunità di continuare l’azione fin qui intrapresa per far cambiare passo a Roma. Lo stadio di Tor di Valle è il banco di prova per fermare blocchi di potere che da sempre difendono la speculazione fondiaria e finanziaria a scapito dei diritti dei cittadini. Se la Raggi vuole fare questa battaglia mi troverà al suo fianco. In caso contrario, le mie dimissioni sono già sul suo tavolo”.

Virginia Raggi: ‘Più che interviste pensi a lavorare’
Berdini cerca di alleggerire la tensione, ma è tutto inutile. Lo dimostrano le dichiarazioni della Raggi, entrando in Campidoglio. Segno che ormai il rapporto difficilmente verrà ricucito: “Continuo a leggere interviste e dichiarazioni. Sinceramente non so dove trovi il tempo. C’è da lavorare e da lavorare tanto, noi lavoriamo anche fino a notte fonda. Lui sa bene che ci sono dei dossier da portare avanti e per senso di responsabilità nei confronti di Roma e dei cittadini dovrebbe farlo. Poi vi dico, la pazienza delle persone ha un limite”.

Il nuovo audio che incastra Berdini
La sua difesa però appare debole, soprattutto a fronte del nuovo audio pubblicato da La Stampa in cui il quotidiano dimostra che l’assessore sapeva di parlare con un giornalista e voleva che le sue parole fossero di pubblico dominio.

L’audio, di nove secondi, fa parte della registrazione fatta da Federico Capurso, il giornalista autore dell’intervista che ha fatto scoppiare il caso. “Mo’ fa’ conto quello che penso io, che rimane veramente fra noi, poi lo utilizzi: un anonimo che ti ha detto… Cioè questi erano amanti”, dice Berdini. Il riferimento è alla presunta relazione che, secondo l’assessore, la sindaca Virginia Raggi avrebbe avuto con Salvatore Romeo, capo della segreteria politica, oggi indagato con la prima cittadina per abuso d’ufficio in merito alla sua nomina a stipendio triplicato.

L’audio è stato anticipato da un post su Facebook di Mattia Feltri, firma de La Stampa, in cui spiega i motivi che hanno spinto la redazione a pubblicarlo. “1) Berdini sapeva benissimo da subito che stava parlando con un giornalista, gli stava parlando direttamente perché lui sentisse. 2) Gli parlava perché voleva che le notizie uscissero”, scrive il giornalista.

Tutto è racchiuso in quei nove secondi che bastano a smentire l’assessore all’Urbanistica della Capitale le cui dimissioni sono state congelate da Virginia Raggi e che ora appare sempre più in bilico.

In tutta questa vicenda, chi ne esce malissimo è proprio Berdini. L’assessore ha smentito fin dall’inizio di aver avuto un colloquio con il giornalista de La Stampa, arrivando anzi a definirlo “un piccolo delinquente” che gli avrebbe “rubato” le dichiarazioni riportate sul quotidiano.

Le accuse, nonché le reazioni spesso composte di parte del web, hanno spinto il giornale a pubblicare un estratto della registrazione in cui si sentono le parole di Berdini finite come virgolettati nell’articolo: l’assessore viene smentito e la Raggi reagisce, convocandolo in Campidoglio. L’assessore rassegna le dimissioni che vengono “respinte con riserva” dalla prima cittadina: sul suo tavolo ci sono dossier molto complessi, a partire dallo stadio della Roma, e trovare un sostituto da un momento all’altro non è semplice.

Berdini a quel punto concede un’intervista alla Repubblica in cui si auto accusa, si definisce “un idiota” ma ribadisce di essere stato vittima di un raggiro e di aver saputo di parlare con un giornalista solo alla fine, quando era troppo tardi.

È questo il passaggio che fa scattare la reazione del quotidiano con la pubblicazione di altri nove secondi dell’audio nei quali Berdini insiste nel dire che Raggi e Romeo erano amanti e chiede al giornalista di usare l’informazione come se non fosse arrivata da lui ma da “un anonimo”. “Credeva di usare un giornalista per sputtanare il suo sindaco”, scrive Feltri, smentendo di nuovo l’assessore con le sue stesse parole.

Le polizze di Romeo per la Raggi

Sempre da Facebook arriva una nuova notizia in merito alla vicenda delle polizze vite intestate da Romeo a Virginia Raggi. “Durante la settimana ho modificato l’intestazione delle polizze vita che avevo stipulato indicando come beneficiaria in caso di mia morte Virginia Raggi, così come lei aveva pubblicamente richiesto il giorno in cui è venuta a sapere che avevo sottoscritto diverse polizze aventi come beneficiari alcuni miei amici”, si legge in un post.

“Come già detto, mi dispiace profondamente aver creato ulteriore disagio e imbarazzo alla Sindaca, a persone ed amici totalmente all’oscuro delle mie scelte: i miei investimenti finanziari, i miei conti e le mie attività riguardano esclusivamente me”, la sua conclusione.

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