Calciatori infortunati in Nazionale: la lista nera

Montolivo tibia rotta 150x150

Che sciagura le Nazionali! L’avranno pensato i tifosi del Napoli e del Milan dopo i due crociati rotti di Arkadiusz Milik e Riccardo Montolivo. Ma la pausa dei campionati non ha portato soltanto questi due ko, facendo infuriare vari allenatori e presidenti in Italia e non. Partendo dal presupposto che le Nazionali non si possono abolire, in particolare i presidenti reclamano però con la Fifa: “Gli stipendi li paghiamo noi. Il danno lo subiamo noi”.

I rimborsi, certo. Ma non sono sufficienti. Meglio che niente rispetto al passato. A condizione che l’assenza del calciatore sia superiore ai 28 giorni, altrimenti niente. Ecco perché la Juventus non riceverà un euro di indennizzo per l’infortunio di Marko Pjaca, per esempio. Non è la prima volta, naturalmente, che le Nazionali causano infortuni, che condizionato poi il resto della stagione per i club.

Milik e Montolivo

Palermo Napoli Serie ATim 2016/2017

Uno dopo l’altro. Prima il milanista, che si è rotto il crociato contro la Spagna a Torino e dovrà rimanere fermo circa sei mesi. Poi l’attaccante polacco del Napoli, finora degnissimo sostituto di Higuain, che si è fatto male contro la Danimarca. Per lui, stop di almeno quattro mesi. Entrambi i club italiani saranno risarciti dalla Fifa grazie al ‘Protection Program’. Il rimborso viene calcolato in base all’ingaggio del giocatore e ai giorni da trascorrere lontano dal campo. Non può comunque superare i 7,5 milioni di euro.

Montolivo è recidivo. Nel 2014, a ridosso dei Mondiali brasiliani, si procurò la rottura della tibia durante l’amichevole con l’Olanda (quattro mesi prima di rivederlo in campo). Sfortunatissimo il centrocampista, costretto a saltare pure gli Europei in Francia per un colpo al polpaccio subito in allenamento.

Secondo i calcoli della ‘Gazzetta dello Sport’, il Milan riceverà 1,9 milioni di euro, il Napoli 1,5.

Pjaca, pure la Juve piange

Pure la Juventus non sorride a causa dell’infortunio subito da Marko Pjaca in allenamento con la Nazionale croata. Non ci sarà indennizzo perché il calciatore dovrebbe farcela entro i 28 giorni a tornare in campo. Il giocatore salterà due big-match con Milan e Napoli. Inizialmente si era temuto il peggio, tipo una frattura al perone; i successivi esami hanno rassicurato, solo trauma contusivo, una ventina di giorni fuori.

Messi, l’Argentina ti fa male

E che dire di Leo Messi? Non solo non riesce a vincere un trofeo con l’Argentina, ma si fa pure male con la maglia della Nazionale. A inizio settembre, la Pulce ha accusato un’infiammazione all’adduttore nel match contro l’Uruguay. E tuttora ne porta i postumi. Per il Barcellona c’è anche un altro grattacapo: Andrè Gomes ha un altro problema muscolare, anche in questo caso triste eredità di Portogallo – Gibilterra.

La Spagna e il ‘virus Nazionali’

BRAZIL VS BOLIVIA

Per questo motivo in Spagna l’hanno ribattezzato ‘virus Nazionali’. Ha messo ko Jordi Alba, Cillessen, Sergi Roberto e Neymar. Ma per nessuno di questi ci sarà l’indennizzo, pari a 20.548 euro al giorno e che viene calcolato dividendo lo stipendio lordo del giocatore per 365 e poi moltiplicandolo per i giorni di assenza dai campi di gioco. I primi 28 giorni vengono però sottratti.

Quando l’indennizzo non c’era

Nel 2014, la Roma imprecò a lungo per lo stop di Nicolas Burdisso, rottura del legamento crociato del ginocchio sinistro durante Argentina-Colombia, match di qualificazione ai Mondiali. Al 35′ il crac.

E come dimenticare Diego Forlan, che quando vestiva la maglia dell’Inter tornò dal Sudamerica rotto? Pochi mesi prima di Burdisso, l’uruguayano pagò la trasferta con la sua Nazionale con un lungo stop. Stessa cosa Thiago Motta, convocato da Prandelli e poi inutilizzabile per diverse settimane.

Cragnotti, Nesta e la fatalità

Il caso più eclatante è forse quello di Alessandro Nesta. Nel 1998, Sergio Cragnotti – all’epoca presidente della Lazio chiese alla Figc un risarcimento di 13 miliardi di lire quando il suo difensore si fece male, rompendosi il legamento crociato anteriore al Mondiale contro l’Austria. Lunga assenza dai campi da gioco, ma niente soldi. Se non quelli dell’assicurazione del giocatore (due milioni). Fatalità che costa spesso carissimo, a livello economico e di successi sul campo.

Nesta subì un altro grave infortunio ai Mondiali del 2006. Allora centrale del Milan, si fece male alla terza gara del girone contro la Repubblica Ceca. E vogliamo parlare del 2002? Frattura al piede con la Croazia. Sfortunato come o più di Montolivo

I casi Liverpool e Bayern Monaco

Meglio andò al Liverpool, che si vide corrispondere 500 mila sterline dalla Football Association per il ko di Steven Gerrard, ko nel match della Nazionale contro la Francia. La scorsa estate il Bayern Monaco, invece, minacciò una causa legale contro l’Olanda per l’infortunio di Robben (e lo stesso ha fatto l’Arsenal per van Persie). L’indennizzo non è sufficiente, insomma, questo ci vogliono dire i club, disposti pure a portare in tribunale le Federazioni nazionali.

Gli infortuni nella storia

rivaecapello

Quante volte la Nazionale italiana ha rimandato a casa feriti? Tante, troppe. Nel marzo del 1967 Gigi Riva si fratturò il perone durante Italia-Portogallo, scontrandosi con il portiere Americo. Quella volta, ‘Rombo di Tuono’ tornò più affamato di prima: 22 gol in 21 partite in azzurro, tra il 1967 e il 1970, conditi dall’Europeo vinto nel 1968. Ma il 31 ottobre 1970 ancora l’azzurro che si bagna di lacrime per Riva: frattura di tibia e perone in uno scontro con l’austriaco Hof, in un match di qualificazione all’Europeo.

Saltiamo al 9 giugno 1975: durante Urss-Italia 1-0, si fa male Fabio Capello. Per il regista della Juventus distorsione ai legamenti del ginocchio destro dopo uno scontro con Konkov: starà fuori 119 giorni, gesso per 45 giorni. “Quando lo tolsi, non riuscivo a stare in piedi. Avevo la sensazione di cadere”.

Altro illustre calciatore colpito dal virus Nazionale è Gigi Buffon. Nel 2010, infortunio contro il Paraguay nella prima gara dei Mondiali in Sudafrica, che per lui finirono proprio quel giorno. Il mal di schiena lo costringe a sei mesi di stop, con indubbi problemi pure per la Juventus. Nel 2000, sempre il portierone, a causa dell’infortunio al dito in amichevole contro la Norvegia, guarderà gli Europei in Olanda e Belgio dalla poltrona.

Il Charleroi ha fatto scuola

Nel novembre del 2004 un giocatore semi sconosciuto, Abdelmajid Oulmers, centrocampista del Marocco e dello Charleroi, si fa male. Lunga assenza per lui, con la squadra belga che chiede un risarcimento danni alla Fifa. La risposta fu che non esistevano collegamenti tra gli infortuni dei calciatori e la Fifa, all’epoca presieduta da Joseph Blatter. Possiamo considerarlo uno dei primi casi in cui si chiede alla Federcalcio internazionale di prendersi le proprie responsabilità, essendo l’organizzatrice dei tornei per Nazionali. Un caso che ha fatto scuola.

Impostazioni privacy