Bus senza conducente: al via la prima sperimentazione

Bus senza conducente

La guida autonoma, ovvero senza il conducente a bordo, è la più grande innovazione, nel panorama dell’automotive, su cui si sta iniziando a lavorare con grande intensità e su cui si investirà in maniera massiccia nei prossimi anni. Il Governo britannico ha già dato il via al primo test, che si effettuerà a luglio, di guida autonoma, detta anche driveless, con sette bus per il trasporto pubblico.

La Gran Bretagna è uno dei paesi più aperti a queste nuove tecnologie e queste innovazioni e cerca di sperimentare e di testare quanto può per garantire la sicurezza di questo nuovo modo di intendere la guida. A luglio, una flotta di sette autobus attraverserà l’sola della Corona utilizzando la guida autonoma.

Il servizio di questi autobus sarà attivo per tre mesi, insomma per tutta l’estate, e testerà questo servizio in maniera concreta, cosi da poter capire se questo servizio sperimentale possa diventare davvero il nuovo modo di trasporto pubblico per i cittadini britannici, e non solo.

I sette bus verranno prodotti e allestiti dal GATEway Group, la quale prende spunto, per la creazione dei mezzi driverless, dagli Shuttle Pod, ossia dei piccoli mezzi che prestano il loro servizio presso l’Aeroporto di Heathrow. Questi Pod sono dei mezzi a guida autonoma che passano da un punto all’altro dell’aeroporto. Un punto molto importante da cui partire per la realizzazione dei nuovi bus.

Nel gruppo del consorzio GATEway ci sono diverse aziende molto importanti ai fini della realizzazione del progetto, una di queste è la Westfield Sportcar, che allestirà i nuovi mezzi, la Heatrow Enterprise, che gestirà il software di sistema per la gestione dei mezzi, e la Oxbotica, che svilupperà i sensori a bordo e il software di navigazione.

Questo progetto fa parte del programma Greenwich Automated Transport Enviroment, coordinato dall’unità di ricerche Transport Research Laboratory (TRL) e finanziato con 8 milioni di sterline e prevede la realizzazioni di questi “pod” driverless che però non avranno delle corsi preferenziali o dei binari ma sfrecceranno nel traffico metropolitano.

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