Brasile, sì del Senato per l’impeachment della presidente Dilma Roussef

Sostenitori Rousseff al Planalto dopo stop impeachment

Dopo una lunghissima sessione il Senato si dichiarata favorevole all’impeachment della presidente Dilma Rousseff. Il Senato del Brasile ha approvato con 55 voti a favore e 22 contro. Già durante le dichiarazioni di voto 41 senatori avevano dato parere positivo alla messa in stato d’accusa. La sessione al Senato è iniziata alle 10 locali di ieri (le 15 italiane) e si sono iscritti per intervenire 71 senatori su 81. Dilma Rousseff sarà sospesa dall’incarico per un periodo massimo di 180 giorni – durata del processo – per essere sostituita dal vice presidente Michel Temer.

La destituzione di Rousseff era già stata approvata dalla Camera bassa lo scorso 17 aprile con 367 voti a favore e 137 contro. L’accusa nei confronti della presidente, da parte del Partito dei Lavoratori (PT), è una presunta violazione delle leggi di bilancio.

Le accuse contro la presidente si basano su alcune manovre fiscali del governo tra il 2014 e il 2015, probabilmente irregolari. Tuttavia, molti senatori si schierano in realtà sulla base del caso Petrobras, della crisi economica e del ‘tradimento’ delle promesse fatte in campagna elettorale.

Il vice presidente Michel Temer assumerà l’interim subito dopo la notifica alla presidente dei risultati del voto da parte della Corte suprema. Come primo atto, Temer terrà un discorso alla Nazione dal palazzo presidenziale, in compagnia del ministro delle Finanze indicato, l’economista Henrique Meirelles, ex governatore della banca centrale brasiliana. I pochi sostenitori di Rousseff hanno insistito sul fatto che il Brasile è in marcia verso “un golpe contro la democrazia”, nonostante ieri la Corte suprema abbia avallato il processo respingendo l’ultimo ricorso presentato dall’avvocatura di Stato.

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