Bozza del decreto pubbliche amministrazioni, slitta l’esame del testo

Grande confusione rispetto alla bozza del decreto pubbliche amministrazioni. Il testo doveva essere esaminato dopodomani dal Consiglio dei ministri, ma l’esame è slittato a data da destinarsi. 

Palazzo Chigi
La facciata di Palazzo Chigi illuminata di blu – Nanopress.it

Le varie bozze del decreto-legge prevedevano circa 3.000 assunzioni nella pubblica amministrazione. Di seguito alla diffusione di notizie, alcune fonti di Palazzo Chigi hanno precisato che le informazioni contenute nei vari testi non solo altro che “la mera sommatoria delle proposte avanzate dai vari ministri”, le quali necessitano di una revisione e di un conseguente ridimensionamento.

Confusione sulla bozza del decreto pubbliche amministrazioni

Negli ultimi giorni, sono circolate diverse notizie rispetto ad una bozza del decreto legge sulle pubbliche amministrazioni.

In generale questo prevedeva, tra il 2023 e il 2026, circa 3.000 nuove assunzioni all’interno della P.A. 

Giorgia Meloni
Giorgia Meloni-NanoPress.it

In ogni caso alcune fonti di Palazzo Chigi si sono preoccupate di chiarire il contenuto della bozza, affermando che si tratta unicamente di proposte dei singoli ministri, che aspettano di essere analizzate. 

Il Consiglio dei ministri infatti, dovrà esaminare ogni singolo provvedimento per valutare se vi sono i mezzi materiali ed economici per realizzarli. 

Aggiungendo che durante l’analisi, verrà effettuato inevitabilmente un ridimensionamento. Concludendo, infine, con l’affermare che l’obiettivo del governo è quello di garantire l’equilibrio e l’efficienza del sistema delle amministrazioni.

In ogni caso, l’esame del decreto da parte del Consiglio che doveva tenersi dopodomani, è stato spostato a data da destinarsi.

Il contenuto del decreto

Il decreto prevede dunque una serie di nuove misure in relazione alle pubbliche amministrazioni. Nello specifico le assunzioni ipotizzate sarebbero 301 posti all’Interno,20 alle Infrastrutture, 210 agli Esteri, 103 all’Agricoltura, 4 all’Ambiente, 11 alla Cultura, 2 al Ministero delle imprese e made in Italy, 142 al Turismo, 49 alla Salute e 350 al Lavoro.

Gli incarichi cesseranno, in ogni caso, il 31 dicembre 2026. La bozza inoltre prevedeva anche la stabilizzazione dei precari che hanno lavorato per almeno tre anni in Regione, Province e Comuni, in modo da rafforzare le amministrazioni degli enti territoriali.

Inoltre al dipartimento della funzione pubblica della presidenza del Consiglio, il decreto ha previsto l’implementazione dell’Osservatorio nazionale del lavoro pubblico. Questo avrà il compito di valorizzare il capitale umano, adattando il sistema della pubblica amministrazione agli obiettivi previsti dal Pnrr. 

Inoltre, la bozza ha incluso anche la creazione di un osservatorio che assumerà il compito di valutare le riforme prese dalla pubblica amministrazione. 

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