Berlusconi contro la Germania: scoppia il caso dei campi di concentramento

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Non lo volevo offendere ma apriti cielo, perché i tedeschi, per loro, i campi di concentramento non sono mai esistiti. I campi di Katyn, invece, sì; quelli tedeschi, no”. Si riaccende la polemica tra Silvio Berlusconi e la Germania dopo le parole dell’ex Cavaliere e la frase sul negazionismo detta nel corso della presentazione a Milano dei candidati di Forza Italia alle prossime europee. Nel ricordare l’episodio ormai noto in cui diede del kapò a Martin Schulz, attuale presidente del Parlamento di Strasburgo e oggi candidato del PSE alla presidenza della Commissione UE, l’ex premier è tornato sulla sua frase, spiegando che “per i tedeschi i campi di concentramento non sono esistiti”.

Immediate le reazioni dalla Germania, a partire dallo stesso Schulz che ha definite “stupidaggini” le parole di Berlusconi, usate a fini elettorali in un comportamento che “contraddice quello che l’Italia è: un Paese meraviglioso e con un grande popolo”. Ancora più duro il presidente del Partito socialista europeo, Sergei Stanishev, secondo cui si tratta di dichiarazioni “spregevoli” che costituiscono “un insulto all’intero popolo tedesco”.

Anche il candidato del PPE Jean Claude Juncker si è detto “nauseato” dalle parole del presidente di Forza Italia, chiedendogli di “ritirarle immediatamente e di scusarsi con i sopravvissuti dell’Olocausto e con i cittadini della Germania”. Stesso tono da parte di Angela Merkel che, tramite il suo portavoce, le ha definite “talmente assurde da essere non commentabili”.

In giornata è arrivata la replica di Berlusconi a Juncker in cui si definisce “amico del popolo ebraico e tedesco”, chiedendogli di “non cadere nella trappola della sinistra“, visto che la sua frase è stata estrapolata dal contesto e usata in maniera distorta dalla sinistra europea.

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