Beppe Grillo a Porta a Porta: comizio sottotono per il leader del Movimento 5 Stelle

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Beppe Grillo a Porta a Porta si è dimostrato padrone della scena. Ha subito chiarito che era dal 1993 che non andava in uno studio in diretta e per questo si è dichiarato commosso. Ha iniziato subito con il suo discorso e ha affermato di essere lì per una mossa politica. Un po’ una confessione quella di Grillo, che ha affermato di essere uno che grida, che si arrabbia e che a volte esagera. Alle domande di Vespa il leader del Movimento 5 Stelle risponde con molta determinazione. Ha detto di volere il voto anticipato e che i grillini sono disposti ad andare a governare insieme agli italiani.

I suoi toni sono stati piuttosto forti. Da questo punto di vista Grillo ha affermato: “Non ne facciamo alleanze, devono andare a casa tutti. Questo Paese è stato governato da criminali. Destra e Sinistra si sono spartiti il Paese”. Nei confronti di Renzi e dell’attuale Governo è stato piuttosto chiaro, perché non ha fatto altro che dire che l’obiettivo dei grillini è quello di far andare a casa questo esecutivo e far dimettere il Premier.

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Con una battuta si è rivolto a Bruno Vespa, dicendo che il fascismo l’ha inventato suo padre, alludendo al fatto ironico di Vespa figlio segreto di Mussolini. Sull’immigrazione Grillo si dimostra evasivo, considerando la questione un problema non italiano, ma europeo. Poi si è lasciato andare alle sue dichiarazioni sull’Expo, affermando che l’evento è da chiudere, perché è una rapina. A questo proposito ha detto: “Io non ho mai parlato di decrescita, anche se su molte cose è giusta. Io sono per la sostenibilità, basta costruire 10 milioni di macchine che non venderanno mai solo per far lavorare la gente”.

Sempre riguardo all’Expo, Beppe Grillo ha detto che si tratta soltanto di speculazioni edilizie e che tutti sono collusi con la mafia. Poi ha cercato di rimediare a quello che ha detto, facendo riferimento a quasi tutte le imprese. Alla fine l’intervista si è conclusa in maniera non certo pacifica. Vespa con il suo tono ha continuato ad incalzare, dando a tutti appuntamento per il 23 in piazza San Giovanni, e ha detto: “Lì vedremo se perdiamo le elezioni, vieni a fare un bagno di umiltà”. In fin dei conti Grillo non ha fatto una figura molto esaltante, perché in certi punti è caduto pure in contraddizione, soprattutto quando ha parlato dell’euro e della strategia da portare avanti.

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