Bangladesh, il rientro delle salme degli italiani uccisi a Dacca

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E’ atterrato attorno alle 19:00 all’aeroporto di Ciampino il C130 con a bordo le salme delle nove vittime italiane uccise in Bangladesh venerdì sera a seguito di un attacco terroristico a Dacca. Si tratta di Adele Puglisi, Marco Tondat, Claudia Maria D’Antona, Nadia Benedetti, Vincenzo D’Allestro, Maria Rivoli, Cristian Rossi, Claudio Cappelli e Simona Monti. Ad accogliere le salme dei nove connazionali, il presidente della repubblica Sergio Mattarella, che ha annullato i suoi impegni istituzionali in Sud America per poter essere presente e stringersi nel dolore alle famiglie duramente colpite da questo atto terroristico che ha portato morte e distruzione. Dopo la benedizione dei feretri, Mattarella ha reso omaggio alle salme una ad una.

Le bare delle vittime italiane della strage di Dacca sono state benedette da tre sacerdoti all’aeroporto di Ciampino. Dopo una preghiera collettiva, i tre religiosi hanno benedetto le bare una ad una. I famigliari delle vittime della strage di Dacca hanno salutato, con grande commozione, gesti di disperazione e lacrime, le bare dei loro cari, deceduti nell’agguato terrorista della scorsa settimana. Accanto a loro, alcuni sindaci e religiosi, anche loro commossi. Qualche passo indietro, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
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Intanto giungono alcune nuove notizie a proposito dell’assalto delle forze di sicurezza del Bangladesh che potrebbero aver ucciso un ostaggio per errore, dopo averlo scambiato per uno degli assalitori, nei momenti concitati del blitz nel ristorante di Dacca. La notizia è stata confermata da un funzionario di polizia locale che ha spiegando che Saiful Islam Chowkidar, pizzaiolo dell’Holey Artisan, è uno dei sei uomini che sono rimasti uccisi quando le forze di sicurezza hanno fatto irruzione nel locale, dopo 12 ore di assedio.

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RIENTRATE LE SALME DEI GIAPPONESIIntanto sono già rientrare in Giappone con i familiari le salme dei sette giapponesi morti durante l’attacco terrorista nel ristorante di Dacca. Un aereo delle Forze di autodifesa dell’esercito è atterrato a Tokyo, dove il ministro degli Esteri Fumio Kishida, e il viceministro portavoce del governo Koichi Hagiuda, hanno deposto una corona di fiori sulle bare e hanno osservato un minuto di silenzio. Tra le vittime, tre dipendenti della ditta di consulenza con sede a Tokyo Almec Corporation. Insieme alle salme è rientrato in patria anche l’unico ostaggio giapponese sopravvissuto e liberato durante il blitz delle forze di sicurezza.

LA RABBIA DI ROBERTO MARONI
Il presidente della Regione Lombardia, Roberto Maroni, intervenendo in Consiglio regionale durante la commemorazione delle vittime della strage in Bangladesh avvenuta il 1 luglio ha voluto ricordare due delle nove vittime: “Provo un immenso dolore e una rabbia incontenibile per la perdita di due cittadini lombardi: Maria Riboli, una giovane mamma di 34 anni, e Claudio Cappelli, di 45. Esprimo alle loro famiglie e ai loro cari le mie più sentite condoglianze e mando loro un abbraccio forte, anche a nome di tutti i cittadini lombardi“. Prima del minuto di silenzio osservato dal Pirellone, sono intervenuti il console generale del Bangladesh a Milano, Ahmed Rezina, che ha espresso, a nome di tutti i bengalesi ”il profondo dolore per la perdita degli amici italiani per mano di un gruppo di miscredenti che supportai dall’esterno cercano di destabilizzare il Paese, minando la sua rapida crescita. Condividiamo il vostro stesso dolore”. E il presidente della Regione Roberto Maroni ha sottolineato: ”La carneficina di Dacca manda un nuovo inequivocabile segnale alla comunità internazionale. Occorre ora avviare un’azione concreta per estirpare in via definitiva il fanatismo dell’Isis e dei suoi adepti. Non basta più l’indignazione, non basta il rammarico. Anche noi, nell’ambito delle nostre competenze, ci impegneremo per il rispetto delle regole, nella difesa dei nostri valori e della nostra civiltà”.

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