Attentato Manchester Arena, il senzatetto eroe che ha aiutato i bambini sarà ricompensato

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L’attentato alla Manchester Arena ha mostrato il volto peggiore dell’umanità ma anche quello migliore. Uno dei tanti eroi è un senzatetto, Stephen Jones, che dormiva vicino all’arena e che non ha esitato ad aiutare i bambini feriti, soccorrendoli al meglio delle sue possibilità. La sua storia è stata raccontata dalla ITV News che lo ha intervistato il giorno dopo la strage. Il video ha fatto il giro del web e ha colpito molte persone, specie gli abitanti di Manchester che hanno fatto scattare una gara di solidarietà, creando una raccolta fondi per dargli una ricompensa da 20mila sterline come ringraziamento per quello che ha fatto.

A distanza di 48 ore dalla tragedia che ha colpito la città, la gente di Manchester ha voluto ringraziare Stephen. Tutto è partito da un giovane e da suo padre che, colpiti dalla sua storia, lo hanno cercato e trovato e ora stanno lavorando con lui perché possa cambiare vita.

La raccolta fondi ha quasi raggiunto l’obiettivo delle 20mila sterline e per Stephen la vita potrebbe cambiare a breve.

La sua storia rivela, ancora una volta, che c’è del buono nell’umanità e che l’abito non fa (quasi) il monaco. Quando ha sentito il boato proveniente dalla Manchester Arena ha pensato che fossero fuochi d’artificio. “Quando ho capito cosa stava accadendo e ho visto i bambini che uscivano dal concerto urlando, coperti di sangue, mi sono precipitato verso di loro”.

Mentre tutti si allontanavano dal luogo dell’esplosione, lui è andato nella direzione opposta, pensando solo ad aiutare le persone. All’inizio ha visto gente completamente coperta di sangue e ha iniziato a pulire i loro volti, poi ha visto il vero orrore.

Ho dovuto tirare fuori dalla pelle di molti pezzi di vetro e altri piccoli oggetti. Ho visto sull’asfalto i corpi di alcuni bambini e su di loro le mamme disperate”, ha raccontato.

C’erano persone a terra ovunque. Ho visto una ragazza, non aveva più le gambe. L’ho avvolta in una t-shirt e le ho chiesto dove fossero sua madre e suo padre. Lei mi ha risposto ‘mio padre è a lavoro, mia madre è lì’ e ho aspettato i soccorsi”.

In molti lo hanno definito un eroe ma Stephen ha preferito usare un termine ancora più bello: umano. “Ho fatto quello che doveva essere fatto, sono un senzatetto e vivo alla giornata, ma questo non significa che non ho più un cuore, sono ancora umano. Avevano bisogno di assistenza, così mi sono alzato, è stato istintivo”.

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