Assicurazione auto scatola nera: si vuole renderla obbligatoria

scatola nera

La scatola nera per l’assicurazione Rc auto potrebbe diventare obbligatoria. Infatti nel disegno di legge sulla concorrenza, all’esame del Senato nella commissione Industria, sta per essere infilato un emendamento che sembra fatto apposta per assecondare gli interessi delle compagnie assicurative, a quanto si dice.

Per il momento il relatore del ddl, il senatore Luigi Marino (gruppo Alleanza popolare), ha dichiarato di essere stato informato dell’arrivo dell’emendamento, ma di non conoscerne il contenuto. Quindi il testo potrebbe essere differente; inoltre, potrebbe venire ulteriormente modificato, o respinto, durante l’esame in commissione o in aula. Le variabili sono quindi ancora molte.

Funzionerebbe così: si vorrebbe rendere obbligatoria l’installazione del dispositivo definito scatola nera, all’atto della stipula di ogni contratto dell’altrettanto obbligatoria assicurazione sulla responsabilità civile. Questo congegno rileva i dati di funzionamento del veicolo durante la marcia, esattamente come quello usato sugli aerei. Quindi in caso di incidente può essere molto utile per accertarne l’esatta dinamica; in questo modo potrebbero diminuire le truffe alle compagnie; sul medio e lungo termine questo dovrebbe portare ad una diminuzione generale delle tariffe. Oggi questa misura è facoltativa, lasciata alla libera decisione dell’automobilista, che può scegliere se montare l’apparecchio in cambio di uno sconto sul premio.

Ci sono tante perplessità. Non si sa chi dovrebbe sostenere i costi dell’installazione e della gestione dell’apparecchio: il Codacons lo stima in una media di 75 euro all’anno. Le compagnie hanno sempre insistito perché tale costo sia a carico dell’automobilista. Ma allora lo sconto di quanto deve essere? E chi ne decide l’ammontare? Se l’installazione diventa obbligatoria, allora deve diventare obbligatorio anche lo sconto. Non è detto. Non esiste alcuna certezza.

Inoltre, questi apparecchi sono una specie di diario del modo di guidare del conducente. Come vengono usati questi dati? Da chi? Quando? Il diritto alla privacy dell’utente dove va a finire? E perché un soggetto privato come la compagnia assicurativa dovrebbe avere il potere di stabilire come una persona dovrebbe guidare, sotto la minaccia del rifiuto di stipulare la polizza? Perché una compagnia, soggetto di parte che fa i suoi interessi, dovrebbe avere lo stesso potere di un organo dello Stato, come il Parlamento che approva il Codice della strada e gli organi di polizia incaricati di farlo rispettare?

Inoltre stabilire l’obbligatorietà d’installazione di determinati equipaggiamenti sugli autoveicoli è competenza dell’Unione europea, che non ha varato alcuna direttiva in merito.
Come si vede, gli interrogativi sono molti. Considerato il modo non certo limpido e razionale in cui molte leggi in casa nostra nascono e vengono approvate, ci sarebbe da preoccuparsi. Non per la prima volta.

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