Armando Siri fuori dal governo: Conte ha rimosso il sottosegretario leghista

Il premier Giuseppe Conte ha firmato la revoca e il leghista Armando Siri non è più sottosegretario.
La scelta di far decadere Siri è stata presa tramite un decreto di Conte presentato in Consiglio dei ministri senza votazione.

Siri è accusato di aver cercato di far passare alcuni emendamenti che avrebbero favorito certi produttori di energia eolica. Anche un imprenditore vicino a Cosa nostra avrebbe beneficiato delle norme. In una intercettazione un imprenditore rivela che Siri avrebbe ottenuto (o gli sarebbe stata promessa) una tangente di 30 mila euro.

Il ministro ai Trasporti Danilo Toninelli aveva già da tempo ritirato le deleghe a Siri alle Infrastrutture.

La difesa di Siri è stata affidata a Giulia Bongiorno, avvocato e ministro della Pubblica amministrazione, che ha provato a far valere una linea garantista.

Soddisfazione da parte dei 5 Stelle: Di Maio ha dichiarato che per lui “il caso Siri si chiude qui” e che “ora il governo potrà andare avanti per altri 4 anni”. Di Maio ha subito chiesto la testa di Siri fin dagli inizi dell’inchiesta e ora, in vista delle elezioni europee del 26 maggio, il capo politico dei 5 Stelle può portare all’incasso il colpo inferto a Salvini sperando di tradurlo in consenso elettorale. Siri è uno dei collaboratori più stretti di Salvini e colpire lui significa centrare al cuore la Lega.

Salvini dal canto suo ostenta tranquillità: questa mattina, poco prima dell’inizio del cdm il vicepremier ha pubblicato sui social network la foto di sua figlia al Castello sforzesco di Milano con la didascalia “Vita, gioia, speranza e amore”.

Archiviato l’affare Siri, ora si aprono nuovi capitoli nello scontro fra leghisti e pentastellati, in primis Tav e autonomie.

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