Anna Esposito, il suo suicidio è ancora un mistero: e se fosse stata uccisa?

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Anna Esposito, ex dirigente della Digos di Potenza, fu trovata morta nel 2001. Ufficialmente si è trattato di suicidio, ma la famiglia (e non solo) è convinta che la donna sia stata uccisa. Perché? Forse aveva scoperto qualcosa su Elisa Claps, nove anni prima che il suo cadavere venisse ritrovato. Quello di Anna Esposito resta uno dei casi più misteriosi della cronaca nera italiana.
Proviamo a riassumere una vicenda complessa e dai molti lati oscuri. Anna Esposito era una dirigente della Digos di Potenza. Originaria di Cava de’ Tirreni, provincia di Salerno, aveva 35 anni, due figlie e un marito da cui si era separato ma con cui i rapporti erano tranquilli. Insomma, nulla che potesse far pensare che Anna potesse togliersi la vita. E invece, il 12 marzo 2001, fu trovata morta nel suo appartamento. A trovarla quattro colleghi che, impensieriti dal fatto che non si era recata al lavoro, avevano fatto irruzione in casa. L’avevano trovata morta. L’ipotesi subito battuta dalla procura fu il suicidio.

Eppure alcuni particolari, come il fatto che non fu prelevato il dna dalla cinghia attorno al suo collo e la rottura di un osso che solo un’aggressione fisica avrebbe potuto spezzare, fanno pensare a un omicidio. Senza dimenticare che i colleghi, ufficialmente per tentare di salvarla (anche se era evidentemente morta da ore) avevano manomesso cadavere e scena del (possibile) crimine.

La Procura di Potenza aprì un fascicolo per istigazione al suicidio, ma dopo 10 mesi l’inchiesta venne archiviata. Secondo la tesi ufficiale Anna Esposito si era suicidata. Ma i genitori sono convinti che la figlia sia stata uccisa e cominciarono la loro battaglia, interpellando anche Pierluigi Vignola, cappellano del carcere. Questi entrò in contraddizione: prima confessò (andando contro al segreto confessionale) ai genitori che Anna una volta gli aveva espresso il desiderio di uccidersi. Poi don Vignola cambiò completamente atteggiamento incoraggiando i genitori a presentare un esposto in procura per riaprire l’inchiesta. Fu indagato anche il giornalista Rai Luigi Di Lauro, suo ex fidanzato. Si pensò al delitto passionale, ma poi emersero nuovi particolari.

Anna Esposito aveva infatti indagato sull’omicidio di Pinuccio Gianfredi e Patrizia Santarsiero, avvenuto a Potenza nel 1997. Gianfredi, un malavitoso locale, sarebbe stato implicato nell’occultamento del cadavere di Elisa Claps, la ragazzina sparita nel 1993 a 15 anni e ritrovata nel sottotetto della chiesa della Santissima Trinità di Potenza solo il 17 marzo del 2010. Omicidio per cui venne condannato Danilo Restivo a 30 anni.

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Anna Esposito aveva dunque scoperto qualcosa su Elisa Claps? A farlo pensare il fatto che, il giorno in cui è stata trovata morta, aveva appuntamento con il fratello di Elisa Claps. Solo una coincidenza? Dopo 16 anni dalla morte, la famiglia di Anna Esposito continua a credere che sia stata uccisa, ma sembra ormai una lotta contro i mulini al vento.

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