Animali clonati nel cibo: arriva il divieto dal Parlamento Europeo

animali clonati

Niente animali clonati nel cibo che si consuma all’interno del territorio europeo. Un importante stop al settore delle biotecnologie giunge dal Parlamento, che in prima lettura ha approvato a larghissima maggioranza, 529 voti contro 120, il divieto di clonare animali da allevamento a fini di alimentazione in tutto il territorio del Vecchio Continente. La normativa non si limita alla produzione autoctona: il divieto infatti è esteso anche all’importazione di animali clonati, della loro prole e dei prodotti da essi derivati, come carne, latte, materiali di moltiplicazione, e così via. Una vittoria importante da parte di chi ha sempre osteggiato, tanto sotto il profilo etico quanto su quello sanitario, la pratica della clonazione animale.

Si tratta solo del primo passaggio, ma la grandezza numerica in aula del fronte del no alla clonazione animale a fini alimentari lascia molto soddisfatti i parlamentari che si sono battuti per il divieto, come ha sottolineato l’eurodeputato francese Michèle Rivasi del gruppo dei Verdi al quotidiano Le Monde, per quanto la battaglia per l’approvazione finale sia ancora lunga: ‘Abbiamo vinto su tutta la linea, i deputati non hanno insistito solo sul rischio di sicurezza alimentare, ma anche di sofferenza degli animali causata da tecniche di clonazione, una preoccupazione non abbastanza condivisa in Francia. Abbiamo anche detto di no a un eccessivo bestiame artificiale. Non vogliamo mangiare animali deformi per avere le cosce più grandi possibili!‘. Dal punto di vista dell’importazione i Paesi terzi dovranno garantire che i loro prodotti non derivino da animali clonati attraverso un’apposita certificazione, e si tratta anch’esso di un risultato non scontato, giacché la Commissione aveva proposto nel dicembre 2013 di vietare sì la clonazione animale in Europa, ma non la vendita di carne o latte dei loro discendenti o garantire la tracciabilità di questi prodotti.

Il relatore della commissione per l’ambiente, la tedesca Renate Sommer del Partito Popolare Europeo, non ha esitato a definire la clonazione una tortura animale, a dimostrazione di come la sensibilità sul tema sia ampiamente condivisa da tutto l’arco parlamentare, e non vi sia una spaccatura tra destra e sinistra, conservatori o progressisti. Nel suo parere scientifico del 2008 e nelle sue dichiarazioni del 2009 e del 2010, l’EFSA, l’Autorità europea per la sicurezza alimentare, aveva mostrato preoccupazione per la salute e il benessere degli animali, mettendo in evidenza il tasso di mortalità associato alla tecnica della clonazione: nonostante ciò il Consiglio e la Commissione Europea sono ostili ad una legge così restrittiva, ed è probabile che la normativa approvata verrà frenata da singoli Stati, che non vogliono turbare i loro partner commerciali e temono rappresaglie da parte dell’Organizzazione mondiale del commercio. Soltanto uno schieramento molto forte da parte dell’opinione pubblica locale, affermano le voci da Bruxelles, potrà far passare il testo approvato senza modifiche al ribasso.

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