Ambiente, consumi e Coronavirus: ecco le nuove abitudini degli italiani

La pandemia di Coronavirus ha cambiato le abitudini degli italiani e i segnali che indicano una maggiore attenzione ai consumi sono molti. Acquisti eco-friendly, riduzione degli sprechi per un minor impatto ambientale, interesse per le energie rinnovabili e sharing economy per una mobilità sostenibile, sono solo alcuni esempi.

Consumi e Coldiretti: l’indagine

In base a un’indagine di Coldiretti/Ixè – realizzata in occasione del primo “Ciclo Food Tour”, pensato per imparare a conoscere le specialità del territorio passeggiando in bicicletta tra le vie della città, lungo tutta la Penisola – la pandemia ha spinto una svolta green nei comportamenti degli italiani, con più di un abitante su quattro che acquista prodotti sostenibili o ecofriendly rispetto a prima della diffusione del Coronavirus.

Sempre secondo Coldiretti, per migliorare la situazione ambientale, il 59% degli italiani ritiene necessario intervenire in modo radicale e urgente sul proprio stile di vita. Sulla base delle scelte che ognuno è disposto a fare per tutelare l’ambiente – evidenzia la Coldiretti – esiste una maggioranza del 72%, propensa a ridurre gli spostamenti in auto, scooter e motocicletta, mentre l’82% preferisce prodotti Made in Italy per sostenere l’economia, l’occupazione e valorizzare le risorse del territorio.

L’Italia può contare sull’agricoltura più green d’Europa, con oltre trecento specialità ad indicazione geografica riconosciute a livello comunitario e più di cinquecento vini Dop/Igp. Una vera e propria leadership nel biologico.

Ecco cos’è il “Ciclo Food Tour”

Il Presidente della Coldiretti, Ettore Prandini, ha spiegato che cosa rappresenta il Ciclo Food Tour: “L’obiettivo è quello di promuovere comportamenti più sostenibili dal punto di vista ambientale, dai trasporti, alla tavola fino ai consumi, imparando a conoscere i prodotti locali che non devono percorrere lunghe distanze con mezzi inquinanti prima di giungere nel piatto. L’Italia è l’unico Paese al mondo che può contare su una unica rete organizzata di farmers market, che mette a disposizione delle famiglie circa 1.200 mercati contadini a livello nazionale, sia all’aperto che al chiuso, con una varietà di prodotti che vanno dalla frutta alla verdura di stagione, dal pesce alla carne, dall’olio al vino, dal pane alla pizza, dai formaggi fino ai fiori, per una spesa annua che, prima del Coronavirus, ha raggiunto i 2,5 miliardi di euro“.

E ancora: “Le vendite dirette in Italia – ha evidenziato ancora Prandini garantiscono lavoro e futuro a oltre 20mila persone con i mercati che, oltre a essere luogo di acquisto, diventano anche occasioni di educazione e cultura. Acquistare prodotti a chilometro zero è un segnale di attenzione al proprio territorio, alla tutela dell’ambiente e del paesaggio che ci circonda, ma anche un sostegno all’economia e all’occupazione locale in un momento di difficoltà“.

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