Amanda Lear e David Bowie: ‘Sono stata due anni con lui, mi ha scombussolato la vita’

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Pochi forse erano a conoscenza della storia d’amore tra Amanda Lear e David Bowie (o, più probabilmente, pochi se la ricordavano), ma nei giorni successivi alla morte del Duca Bianco sono riemersi tanti retroscena sulla sua vita tra cui, appunto, l’appassionante liaison durata oltre due anni con la Lear, che all’epoca (eravamo all’incirca a metà degli anni ’70) svolgeva quasi esclusivamente l’attività di modella ed era già entrata nelle grazie del celebre pittore surrealista Salvador Dalí.

amanda lear david bowie

È stata la stessa Amanda Lear, prossima ormai al fatidico traguardo dei 70 anni, a ricordare quel periodo in un’intervista a La Stampa. I due si conobbero nel 1973, quando David Bowie rimase folgorato dall’immagine di Amanda ritratta sulla copertina dell’album For Your Pleasure dei Roxy Music (quella in cui lei tiene al guinzaglio una pantera). A metterli in contatto fu la cantante Marianne Faithfull con una telefonata notturna e pochi istanti dopo lei era già tra le braccia di Bowie nella sua casa londinese, incurante del fatto che fosse ancora sposato con la prima moglie Angie.

‘A dire il vero manco lo sapevo’, si difende Amanda Lear, ‘Pochi giorni dopo ero a casa mia con Bowie. Squilla il telefono ed era Angie. Mi dice: sono la moglie di David, me lo passi? Lì ho scoperto la sua esistenza. Dopo ci siamo conosciute e anche frequentate. Comunque il loro matrimonio stava finendo’.

Ma che tipo era David Bowie quando si misero insieme? ‘Era nella fase Ziggy Stardust. Basta con i cantanti rock dai capelli lunghi e i jeans sdruciti: finalmente aveva portato in quel mondo un look diverso, dandy e raffinato. Era splendido’!

Splendido ma non coltissimo. Ci pensò lei però, donna raffinata e intelligente, ad aprirgli un mondo che gli era ancora sconosciuto: ‘L’8 gennaio 1974 fu il suo primo compleanno che trascorremmo insieme. Eravamo a Londra, gli chiesi se conoscesse Fritz Lang e lui disse di no. Io ribattei che non era possibile. In un cinema di periferia proiettavano Metropolis e allora, come regalo di compleanno, lo portai a vedere quel film. Gli piacque talmente tanto che dopo volle sapere tutto su Lang e sull’espressionismo tedesco. Lui non aveva studiato molto ma, forse proprio per quello, aveva una curiosità culturale e intellettuale incredibile‘.

David Bowie ricambiò il favore ad Amanda introducendola nel mondo della musica: ‘Fu lui a dirmi che avevo una voce eccezionale e che dovevo cantare. Io non ci avevo mai pensato e invece lui ci credeva davvero. Mi pagò corsi di canto e di ballo e poi iniziai a cantare con lui (registrarono insieme il brano Star ma non venne mai pubblicato, ndr), ho imparato tanto’. Bowie ci aveva visto benissimo visto che Amanda Lear, soprattutto nella seconda metà degli anni ’70, ottenne un grande successo come cantante vendendo circa 15 milioni di album e non meno di 20 milioni di singoli. Le sue maggiori hit restano ancora oggi Tomorrow e Follow Me.

Poi la loro storia finì, del resto in quel momento storico la vita di David Bowie era fin troppo irrequieta e non era facile stargli dietro: ‘Andai con lui da Londra a New York e dopo anche a Berlino. Alla fine mi stufai di seguirlo, anche perché David era dipendente dalla droga, non era facile. Comunque gli devo molto’.

Terminata la loro storia, Amanda Lear e David Bowie non si sono mai più rivisti. Anche se uno come lui non si dimentica facilmente: ‘Era una persona particolare: misterioso, riservato. Comunque non lo dimenticherò mai, perché mi ha scombussolato la vita‘. E non soltanto a lei.

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