Alluvione a Genova: favori in cambio di appalti per lo smaltimento dei detriti

Anche lo smaltimento dei detriti post alluvione per un periodo che va dal 2010 al 2013 veniva affidato alle aziende ‘amiche’ in cambio di escort, cene di lusso e altri favori. E’ quanto emerge dall’ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip Roberta Bossi su richiesta dei pubblici ministeri Francesco Cardona Albini e Paola Calleri che ha portato in carcere Corrado Grondona, dirigente di Amiu, e uno degli imprenditori più noti della città, Gino Mamone, che con la sua Eco.Ge si occupa da sempre di bonifiche e smaltimenti. In carcere sono finiti anche il fratello Vincenzo, il nipote Luigi e gli imprenditori Stefano e Daniele Raschellà, oltre a Claudio Deiana. Indagati a piede libero altri 2 dirigenti di Amiu, Massimo Bizzi e Roberto Ademio.

In particolare, Grondona con il concorso di Bizzi (responsabile dell’ufficio Servizi esterni di Amiu), nel triennio 2010-2013 avrebbe affidato direttamente a Eco.Ge, società di cui Gino Mamone era socio di maggioranza, “prestazioni di servizi correlate a eventi alluvionali per l’importo complessivo di 585mila euro, senza compiere gli adempimenti previsti per gli affidamenti in economia di lavori di somma urgenza, tra cui in particolare la redazione da parte del responsabile del procedimento del verbale attestante i motivi dello stato d’urgenza, le cause che lo hanno provocato e i lavori necessari per rimuoverlo, nonché la redazione di perizia estimativa dei lavori, comunque in violazione dei principi di buon andamento“.

Ci sono anche i lavori per la manutenzione della discarica di Scarpino, la cui gestione è oggi al centro di altre due inchieste della Prucura di Genova, nell’indagine per corruzione e turbativa d’asta che ha portato in carcere questa mattina il dirigente di Amiu Corrado Grondona e sei imprenditori. Il gip Roberta Bossi scrive nell’ordinanza di custodia cautelare che Corrado Grondona, nella qualità di responsabile del procedimento, e in concorso con Roberto Ademio, responsabile dell’ufficio gare, avrebbe assegnato alla Edildue, società di proprietà di Stefano e Daniele Raschellà, “l’appalto relativo alla manutenzione ordinaria di opere edili e impiantistiche di pertinenza della discarica di Scarpino per l’importo a base d’asta di 675.105 euro“.

La Edildue secondo il gip avrebbe vinto l’appalto con un “ribasso anomalo del 58,581%” senza che Grondona e Ademio abbiano eseguito alcun “controllo effettivo sulla congruità del ribasso offerto“. Sempre relativamente alla discarica di Scarpino Grondona e Ademio, il 10 luglio del 2013 “per consentire a Edildue di recuperare parte dell’anomalo ribasso con aveva vinto la gara” avrebbero stipulato con la società dei Raschellà “un contratto di noleggio a caldo di un escavatore, di un autocarro 4 assi e di una pala gommata, per l’importo complessivo di 149.200 euro, nonostante non si trattasse di lavori complementari resisi necessari a seguito di circostanza impreviste, bensì di lavori già ricompresi nell’oggetto del contratto principale e i mezzi oggetto del noleggio a caldo fossero già utilizzati per l’esecuzione dell’appalto principale“.

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