Aiuti Ue alla Grecia: la Bce minaccia di bloccare i fondi

Non abbiamo ancora un accordo ma stiamo andando nella direzione giusta”. Ha detto il premier greco Tsipras in conferenza stampa al fianco del Presidente del Parlamento europeo, Schulz nel corso della giornata di incontri bilaterali tra le massime cariche europee e i vertici della politica ellenica. Prosegue Tsipras: “So molto bene che la storia dell’Europa è fatta di contrasti, che poi alla fine diventano compromessi”.

Il Presidente del Consiglio europeo, Donald Tusc: “Sarà necessaria una riunione straordinaria dell’Eurogruppo, i Ministri economici dei 19 paesi che utilizzano l’euro”. Saranno convocati molto probabilmente tra una settimana – il 12 febbraio -, alla vigilia del vertice tra i Capi di governo. In questa occasione per la prima volta Tsipras incontrerà Angela Merkel.

Un infruttuoso compromesso – lasciano intendere le dichiarazioni contrastanti di Draghi e Varoufakis, ricevuto dal governatore nella giornata del 4 febbraio -. Il primo: “Abbiamo avuto una discussione e uno scambio fruttuosi. C’è stata un’eccellente linea di comunicazione, che mi ha dato un grande incoraggiamento per il futuro. La Banca centrale europea è anche la Banca centrale della Grecia e farà tutto il possibile per aiutare gli stati membri dell’area euro”. La sviolinata non combacia con il perentorio comunicato serale della Banca centrale europea. Mario Draghi, nella riunione con il Ministro delle Finanze greco, ha esortato lo stesso ed il suo governo ad impegnarsi in modo costruttivo e rapidamente con l’Eurogruppo per assicurare la stabilità finanziaria del Paese e allo stesso modo ha ricordato che sarebbe impensabile ed impossibile una ristrutturazione del debito greco. In serata il banco centrale al termine del consiglio direttivo ha annunciato il ritiro della deroga del 2010, che consentiva agli istituti greci di prelevare liquidità dalla Banca centrale offrendo come garanzia titoli di stato, nonostante la Grecia avesse un rating classificato dalle agenzie come “speculativo”, e non più “d’investimento”.

Le banche del Paese – successivamente alle direttive giunte nella tarda serata – non avranno più accesso alle regolari aste di finanziamento della Bce. Resta disponibile lo strumento, utilizzato in casi d’emergenza, “ELA” – Emergency Liquidity Assistance -, che interviene per quegli istituti in gravi crisi di liquidità. Attendendo un vero e proprio accordo, si allontanano dalla Grecia i piani di alleggerimento quantitativo, che da programma avranno principio a partire dal mese di marzo.

La Borsa di Atene, dopo gli ottimistici risultati dei giorni scorsi, affonda – -9% -. Oggi è il giorno dell’incontro tra il Ministro Varoufakis ed il suo omologo tedesco, Shauble, in una visita non certo di piacere. Varoufakis cercherà di spiegare al Ministro tedesco le prossime mosse per ridurre l’enorme debito pubblico ellenico – pari al 175% del PIL -, all’interno di una grigia e fredda giornata invernale – ieri la doccia gelata operata dall’istituto centrale di Francoforte, oggi? -. Le banche greche accusano il colpo con un calo in media del 25%. La scelta di Draghi, teorizzano i tecnici “Si può interpretare come una tattica politica, volta ad influenzare le decisioni del nuovo governo di Atene verso un’intesa con i creditori internazionali”. Si parla di corsi e ricorsi storici: la Banca intervenne con Cipro nel 2013, e ancora con Italia e Spagna nel 2011 e in Irlanda del 2010.

Mentre l’euro si deprezza sul dollaro a 1.13, restano le belle immagini della giornata di incontri: il Presidente della Commissione europea, Jean Claude Junker che platealmente prendeva per mano il giovane premier, amichevolemente Alexis.

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