Aereo precipitato in Egitto: colpo di grazia al turismo egiziano?

Aereo Egyptair diretto a Il Cairo scompare dai radar


Il secondo aereo precipitato in Egitto nel giro di pochi mesi rischia di aggravare la crisi del turismo egiziano. Il volo russo caduto nel Sinai il 31 ottobre scorso, sommato agli attacchi terroristici e alle rivoluzioni degli ultimi anni, aveva già causato ingenti danni al settore. La tragedia che il 19 maggio ha colpito l’Airbus A320 dell’EgyptAir, partito da Parigi e diretto al Cairo, precipitato nel mar Mediterraneo probabilmente a causa di un attentato, rischia di essere il colpo di grazia.

L’appeal dell’Egitto e di paradisi come Sharm el-Sheik resta immutato e, appena la situazione sembra più tranquilla, i turisti tornano. Il problema è che non sono più tanti come una volta. Nel complesso il numero dei visitatori è diminuito così come gli introiti in un settore strategico per l’economia egiziana. L’instabilità politica prima, lo spettro jihadista dopo, hanno acuito la crisi.

Secondo i dati del World Travel and Tourism Council, nel 2014 il turismo ha contribuito per il 12,8% al Pil nazionale, con un’entrata totale di 36 miliardi di dollari. Un egiziano su nove lavorava nel turismo, quasi dieci milioni di turisti stranieri avevano visitato il Paese. Gli introiti erano già scesi rispetto agli anni precedenti a causa dell’instabilità politica, dalla rivoluzione del 2011 al colpo di Stato di al-Sisi nel 2013.

La rivoluzione del 2011, che ha portato alla caduta di Hosni Mubarak, ha rappresentato il periodo peggiore. Peggiore anche di quello tra il 2005 e il 2006 quando gli attentati a Sharm el-Sheik e a Dahab colpirono i turisti. Secondo la World Bank, se nel 2010 i turisti erano circa 14 milioni e mezzo, alla fine del 2011 erano scesi a 9,5 milioni.

Con il regime di Sisi e la sua lotta al terrorismo le cose sono un po’ migliorate: secondo la banca centrale egiziana le entrate derivate dal turismo erano tornate a 7 miliardi di dollari al 30 giugno 2015, più due milioni rispetto all’anno precedente. Ma è stata un’illusione. L’11 luglio 2015 un ordigno è esploso vicino l’Ambasciata d’Italia al Cairo provocando un morto e alcuni feriti di nazionalità egiziana. L’8 gennaio 2016 c’è stato un assalto armato contro il Resort Bella Vista di Hurghada. Il giorno prima una bomba artigianale aveva colpito un bus con a bordo turisti israeliani nei pressi delle piramidi di Giza, dove era in corso una manifestazione islamista.

L’aereo russo colpito dall’Isis
Ma l’evento clou si è verificato il 31 ottobre 2015, quando un aereo russo si è schiantato nella regione del Sinai dopo il decollo dall’aeroporto di Sharm el-Sheik. Morti tutti i 217 passeggeri e i sette membri dell’equipaggio. Il 18 novembre è arrivata la rivendicazione dell’Isis: si è trattato di attentato. Il giorno dopo le maggiori compagnie aeree di tutto il mondo, tra cui Air France, Lufthansa, Emirates, Klm e la compagnia britannica, hanno deciso di abbandonare lo scalo di Sharm el-Sheik. Una delle località più ambite dai turisti. L’aereo egiziano precipitato in mare il 19 maggio, soprattutto se venisse confermata l’ipotesi terrorismo, potrebbe rappresentare il colpo di grazia.

Le raccomandazioni di Viaggiare Sicuri
Viaggiare sicuri, il sito della Farnesina, mette in guardia i turisti italiani: “In considerazione del deterioramento della generale situazione di sicurezza registrato nel Paese, si rinnova la raccomandazione di evitare i viaggi non indispensabili in Egitto in località diverse dai resort situati a Sharm el-Sheik, sulla costa continentale del Mar Rosso, nelle aree turistiche dell’Alto Egitto e di quelle del Mar Mediterraneo, ove mantenere comunque elevata la soglia di attenzione in quanto, seppur sottoposti a controllo da parte della autorità di sicurezza, non possono essere considerati completamente immuni da possibili minacce (…) Più in dettaglio, la situazione continua a rimanere molto tesa nella penisola del Sinai con particolare riferimento alla regione al confine con la Striscia di Gaza, teatro di recenti e frequenti attacchi terroristici contro postazioni delle forze di sicurezza egiziane da parte di ben organizzate cellule jihadiste attive in quell’area da tempo”.

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