Acque balneabili in Europa, Italia sale al settimo posto

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Le acque balneabili in Italia migliorano complessivamente per qualità e pulizia: a fotografare il buono stato di salute delle nostre risorse idriche è l’Aea, l’Agenzia Europea dell’Ambiente, che fa salire il nostro Paese al settimo posto della classifica Ue, un gradino sopra il precedente rilevamento due anni fa, con la conferma di Cipro al primo posto, mentre l’Albania è ultima. Per l’Italia, dopo l’assegnazione delle bandiere blu 2015, un’altra conferma del miglioramento complessivo della qualità delle sue acque.

Cipro, Lussemburgo, Malta, Grecia, Croazia, Germania e Italia sono sopra la media Ue del 95 per cento dei siti in regola, mentre l’83 per cento di spiagge, laghi e fiumi risulta di qualità eccellente: questi dati testimoniano che complessivamente le acque balenabili in Europa risultano sempre più pulite, nonostante alcuni Paesi membri siano piuttosto indietro nel lavoro di conservazione o miglioramento della qualità generale, come Spagna e Portogallo, che figurano rispettivamente al decimo e undicesimo posto, mentre ancora più giù si trovano Francia, Slovenia, Svizzera e Romania. Per il nostro Paese, che dal punto di vista delle tematiche ambientali e dell’ecosostenibilità risulta spesso indietro rispetto ad altri Stati, si tratta indiscutibilmente di una vittoria, di un buon punto di partenza per migliorare sempre di più la propria viisone ‘green’ del futuro.

È evidente che la sicurezza e la pulizia delle acque di balneazione sono importanti per la salute. Le acque di balneazione continuano a migliorare e questa è un’ottima notizia‘, ha commentato il commissario europeo all’ambiente, Karmenu Vella, non nascondendo la propria soddisfazione e ricordando l’impegno messo in campo dall’Unione Europea per ottenere questo lusinghiero risultato. Tornando al dato specifico italiano, il 96,6 per cento di tutte le spiagge balneabili rispetta gli standard obbligatori di qualità, con un aumento dei siti al top, passando dai 4309 del 2013 ai 4377 del 2014, e un calo dei siti non ancora sufficienti, tutti dislocati tra Abruzzo, Calabria, Marche e Campania. Passando a laghi e fiumi, il 91,4 per cento di essi risultano in regola, con una crescita dell’eccellenza da 497 siti a 555. Soltanto sei i siti chiusi lo scorso anno, tutti in Lombardia.

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